“Le casse degli alberghi italiani sono vuote e le imprese al limite della sopravvivenza. Il lockdown totale a Natale e Capodanno e il perdurare del divieto di spostarsi da una regione all’altra hanno moltiplicato gli effetti di una devastazione che non accenna ad arrestarsi.”
Federalberghi traduce in lettere i numeri pesanti con i quali si è aperto il 2021 e chiede a gran voce che il decreto Ristori 5 venga collocato ai primi posti dell’agenda del nuovo esecutivo che si formerà.
“Tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, avevano preannunciato il proprio sostegno al cosiddetto decreto Ristori 5 – ricorda Federalberghi -. La crisi di governo ha poi rallentato l’adozione del provvedimento, che confidiamo venga collocato ai primi posti dell’agenda del nuovo esecutivo.”
Anche a gennaio il bilancio degli hotel è disastroso, con un calo dell’83% delle presenze turistiche rispetto al 2020. Nelle città d’arte, gran parte delle strutture ricettive è chiusa da marzo scorso, per non parlare degli alberghi di Venezia, che hanno iniziato a soffrire con l’acqua alta di novembre 2019. Il business travel è fermo, così come fiere, congressi ed eventi di tutti i generi. La montagna ha perso più di metà della stagione invernale ed è in attesa di capire se qualcosa si potrà salvare. Le aziende termali e del benessere sono costrette a lavorare a scartamento ridotto. Il mare, partito in notevole ritardo l’estate scorsa, subirà una nuova penalizzazione se sarà confermato l’intento di prolungare il calendario scolastico sino a fine giugno.
“Le nostre imprese – sottolinea Federalberghi - hanno bisogno di essere accompagnate sino alla fine del tunnel, che non appare vicina. Chiediamo, oltre al sostegno per il 2021, anche un meccanismo perequativo, che colmi le lacune generate dai precedenti provvedimenti e attenui il sapore amaro della beffa di fine anno, quando le amministrazioni comunali hanno ricevuto il 60% della tassa di soggiorno incassata nel 2019, mentre gli alberghi, che in precedenza avevano ricevuto solo un magro indennizzo calcolato sul fatturato perso ad aprile, sono stati esclusi anche dal decreto “Natale”.
Un tema questo che ha fatto davvero infuriare gli albergatori: alle imprese è infatti stata riconosciuta solo una briciola del mancato giro d’affari, mentre i comuni hanno intascato parecchio. Un esempio su tutti è Venezia, dove al comune è stato rimborsato il 61% dei mancati introiti della tassa di soggiorno, mentre i ristori agli hotel sono rimasti sotto il 2% del fatturato perso.