L’attesa è forte e palpabile per il passaporto vaccinale che la Ue ha promesso sarà attivo dal prossimo mese di giugno. Benedetto da tutti gli operatori turistici come un vero punto di svolta per la ripresa del traffico, il documento rimane però avvolto in un mistero che non aiuta nessuno ad orientarsi.
“È necessario che si cominci sin da subito a definire le regole del gioco per i viaggiatori che si presenteranno alle nostre frontiere con questo tipo di certificazione. Le prenotazioni si fanno oggi e non possiamo aspettare fine giugno per sapere chi potrà venire in Italia perché avremmo già perso una parte importante del nostro mercato” dice Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Una posizione che trova tutto il suo fondamento guardando anche oltreoceano: gli Stati Uniti di Biden stanno infatti pensando di dotarsi di un documento simile al passaporto vaccinale Ue, e il mercato Usa è quello più atteso dal mondo del turismo tricolore.
“La domanda che ci viene posta dai clienti quindi è: sarà interoperabile, ossia il mio passaporto vaccinale extra Ue varrà anche in Europa? E ancora, chi ha ricevuto il vaccino Sputnik, non ancora approvato dall’Ema, potrà accedere comunque nei Paesi europei alla pari di chi è stato vaccinato con altri farmaci?” continua Colaiacovo.
E ancora, sarà indispensabile essere dotati di passaporto vaccinale per entrare in Italia? E chi sarà dotato di questo documento avrà diritto ad un trattamento diverso da chi non lo avrà?
“I turisti ci chiedono anche cosa potranno fare una volta varcati i confini italiani: i musei accoglieranno i vaccinati? E le attività turistiche saranno aperte? Tutte domande a cui oggi non sappiamo dare risposta”
Gli interrogativi sono moltissimi, e sono pratici e immediati.
Le prenotazioni, infatti, nel mondo del turismo partono adesso e albergatori e operatori devono essere messi in grado di rispondere alle domande dei turisti internazionali che vogliono trascorrere l’estate in Italia.
“Se non siamo messi nella condizione di vendere ora, perdiamo tutto – conclude Colaiacovo – a vantaggio di altre destinazioni che si stanno muovendo più rapidamente di noi”.