"È inutile negarlo: il 2020 è stato un anno sfidante, nel quale siamo stati costretti a reinventarci rivoluzionando, in qualche caso, le linee guida dell’accoglienza agli ospiti”. Un lavoro immane, quello che si sono trovati a dover fare i membri del consorzio Italy Family Hotels, ma che ha contribuito a rinsaldare la squadra, come spiega Marina Pasquini, proprietaria dell’Hotel Belvedere di Riccione e presidente e fondatrice del consorzio (nella foto): “Lo sforzo comune per adeguarsi alle nuove necessità dettate dalla pandemia - spiega - ci ha fatto imparare cose nuove e ha contribuito a farci restare uniti anche nei momenti di maggiore sconforto. E ora che è passato un anno iniziamo a vederne i frutti”.
Richieste in aumento
L’associazione di strutture family friendly più longeva d’Italia – vent’anni di operatività e un totale di 111 strutture in 13 regioni – ha chiuso il mese di marzo con un totale di richieste a più 41,2% su marzo 2020, mentre aprile si è concluso a più 1416% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Un dato, quest’ultimo, la cui valenza positiva si misura però rispetto ad aprile 2019: -25,6%, “una cifra in forte recupero rispetto allo scorso anno”.
Turismo made in Italy
I segnali positivi sono, dunque, concreti e lasciano intravvedere un’estate densa di soddisfazioni: “Appena aperto il Belvedere di Riccione ha già 5 suite family prenotate e per tutti i weekend di maggio registra buone percentuali di occupazione” sottolinea Pasquini.
Le prenotazioni, inutile dirlo, provengono per la stragrande maggioranza dal nostro Paese: le famiglie che scelgono Italy Family Hotels sono infatti all’85% italiane, con figli d’età compresa fra gli zero e i 12 anni, di cui circa il 60% hanno fra i tre e i sette anni; per il resto si tratta di mercati di prossimità come l’austriaco e lo svizzero. “Alta la percentuale di repeater - conferma la presidente –, che magari viaggiano da una struttura all’altra del consorzio, certi di trovare sempre servizi adatti alle loro necessità”.
Standard qualitativi precisi
È infatti proprio sulla definizione di standard qualitativi precisi che si basa l’attività di IFH: “Cataloghiamo le strutture utilizzando come unità di misura i Bino, dai 3 ai 5 plus. L’adesione al consorzio è vincolata dall’offerta di servizi comuni come, ad esempio, i menù dedicati ai più piccoli, gli orari flessibili dei pasti, la disponibilità di prodotti bio e di merende e la sala da pranzo con area dedicata ai bambini. Le strutture 4 Bino dispongono anche di family junior suite con zona notte bimbi separata e due tv, mentre i 5 Bino plus propongono intrattenimento con almeno tre animatori sette giorni su sette e servizi di assistenza anche per bambini sotto i tre anni”.
Gli step per entrare nel consorzio
A ogni nuovo aspirante membro il consorzio chiede innanzitutto prerequisiti strutturali, come ad esempio l’assenza di barriere architettoniche e spazi ampi a disposizione degli ospiti: “Secondo step è la valutazione della candidatura da parte del cda, dopodiché inseriamo la struttura nella nostra catalogazione e nel portale, attraverso il quale verrà contattata direttamente dai clienti. Non chiediamo commissioni, ma una quota associativa che comprende attività di marketing e ufficio stampa, ricerca e realizzazione di materiali brandizzati, ma anche consulenza personalizzata e affiancamento per migliorare lo standard qualitativo della struttura e trovare soluzioni a eventuali criticità”.
L’obiettivo del consorzio non è di una crescita smodata, ma all’opposto misurata e attenta a mantenere garanzie qualitative: “Siamo passati da 105 strutture nel 2019 a 111 quest’anno con tre new entry: l’Adriatico Family Village di Gatteo Mare in Romagna, il Park Hotel Pineta di Eraclea Mare (Venezia) e lo Sporthotel Tyrol di San Candido, in Alto Adige”. L’intento per il 2021 è di arrivare a 120 strutture, “con diverse richieste ancora da valutare per il Sud Italia”.