L’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione europea, Maciej Szpunar, ha sostanzialmente condiviso l’impostazione della legge italiana del 2017 in cui si applica la cedolare secca alle locazioni immobiliari brevi al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa. Ovvero a Airbnb e soci. Le conclusioni di Szpunar, si legge su Hotelmag, sono state esposte dopo che la Corte aveva audito lo Stato italiano, la Commissione europea, Federalberghi, Airbnb e molti Stati europei.
Secondo Szpunar, infatti, “è perfettamente coerente imporre l’obbligo di ritenuta fiscale agli intermediari che intervengono nel pagamento dei canoni”. Tuttavia, l’obbligo di nominare un rappresentante fiscale costituisce invece “una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi”.
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