Garibaldi Hotels gioca d’anticipo per cautelarsi da un problema che rischia di diventare strutturale per l’ospitalità italiana: la carenza di personale. “Per non avere spiacevoli sorprese a ridosso dell’alta stagione, soprattutto per le strutture nelle località di mare del Sud Italia – spiega il direttore generale, Fabrizio Prete (nella foto) – abbiamo iniziato il recruiting già a fine 2022 e adesso stiamo per partire con una serie di open day in tutta Italia”.
Il gruppo, che a pieno regime dà lavoro a oltre 500 addetti, ha un obiettivo ben preciso: non solo formare le nuove risorse, ma motivarle e far sì che rimangano. “A febbraio facciamo le selezioni – aggiunge Prete -, poi stipuliamo con i ragazzi un pre-contratto vincolante solo per noi e, prima di iniziare la stagione estiva, organizziamo a ridosso della Pasqua un’academy di una settimana in una delle nostre strutture sia per fare training ai nuovi arrivati, sia per aumentare la professionalità delle risorse già inserite e delle figure manageriali, con corsi che spaziano dalle tecniche di vendita al problem solving, fino al coordinamento e gestione dello staff”.
Incentivare le persone a restare
L’intento è chiaro: introdurre i nuovi assunti in azienda già prima che inizi la stagione, in modo da incentivarli a restare e a rifiutare altre eventuali proposte di lavoro che potrebbero arrivare nel lasso di tempo che intercorre tra il recruiting e l’inizio effettivo del periodo lavorativo.
“L’academy durerà una settimana in full time e i ragazzi staranno con noi 24 ore su 24, tra lezioni formative e momenti ludici e di networking. Un investimento cospicuo per noi, che ci avvarremo di formatori specializzati, ma siamo convinti che ne varrà la pena”.
Una volta assunti, i ragazzi saranno incentivati a restare con benefit, vitto e alloggio garantito nelle strutture, la possibilità di crescita professionale e soprattutto la possibilità di un allungamento del contratto: “Grazie al nostro portafoglio, che include anche strutture trentine – conclude Prete – possiamo far sì che lo staff impiegato d’estate al Sud Italia possa continuare a lavorare anche d’inverno in montagna, garantendogli un impiego continuativo”.