Il ricettivo romano dice no all’aumento del contributo di soggiorno disposto dal Campidoglio, che scatterà dal prossimo ottobre.
“Da un anno a questa parte - spiega il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli - il turismo è tornato a creare occupazione, Pil e indotto: che senso ha vanificare tutto questo lavoro con un’iniziativa che toglie nuovamente competitività alla nostra città sul mercato nazionale ed internazionale?”. Roscioli segnala che, “sommando al contributo di soggiorno la tassa sui bus turistici, che da sola vale già milioni di euro, prendiamo sotto forma di tributi dalle tasche dei nostri visitatori l’equivalente del 20% circa del Pil che produce il settore a Roma. Una percentuale incredibile, così come è incredibile il dato di fatto che, mentre gli investimenti sul turismo di alta gamma si susseguono con nuove aperture, si scelga ora di penalizzare maggiormente proprio i 5 stelle”.
Le altre associazioni
Critico nei confronti degli aumenti anche il presidente Assohotel Confesercenti Roma, Francesco Gatti. L'imposta attuale, denuncia, “non è legata all'utile di impresa, che viene naturalmente tassato, ma applicata sul numero di presenze diventando così una mega patrimoniale che sottrae risorse al settore ampliando il gap competitivo con i nostri concorrenti esteri". Rincara la dose il presidente Assoturismo, Angelo di Porto: “Aumentare il contributo di soggiorno è assurdo, si rischia il caos con migliaia di contratti già firmati con i tour operator per il 2024”.