Booking elimina
la parity rate
in Europa

Booking eliminerà la clausola di parity rate nello spazio economico europeo a partire dal prossimo 1 luglio. Con un’operazione annunciata ieri, la piattaforma si adegua alle regole europee, quel Digital Markets Act da cui finora Booking era rimasta esclusa.

Il Dma ha, infatti, individuato le società online cosiddette ‘gatekeepers’, ossia quelle che hanno il potere di controllare l’accesso ai mercati digitali: fino allo scorso 13 maggio Booking era rimasta fuori dall’elenco a causa della contrazione del business dovuto alla pandemia. Oggi, grazie al forte recupero dei viaggi, anche il big degli hotel deve adeguarsi alle nuove regole.

Regole che stabiliscono, innanzi tutto, un diritto chiaro alla concorrenza. Da qui, la necessità di abolire a livello europeo le clausole, contestatissime dalle associazioni degli albergatori, di parity rate.

In sostanza, dal 1 luglio gli hotel europei potranno pubblicare tariffe anche più basse di quelle riportate su Booking. “Pur ritenendo che la parità crei un setting più competitivo per i partner e fornisca conseguenti vantaggi tariffari ai consumatori, abbiamo rimosso queste clausole per conformarci al Dma” spiega Booking in uno statement.

Il tutto non vale per l’Italia. “Noi abbiamo già raggiunto questo risultato anni fa – spiega il direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara – grazie alla legge sulla concorrenza, sulla base della quale anche la Ue ha sviluppato il Dma”.

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