Si sta per arrestare la corsa delle tariffe alberghiere. Dopo l’impennata degli ultimi anni, dovuta anche all’inflazione, si apre una fase di stabilizzazione per il settore. Attenzione, questo non vuol dire che i prezzi subiranno un calo. Continueranno a crescere, ma in modo più moderato rispetto a quanto successo nel periodo post-pandemico. La previsione è dell’Amex Global Business Travel Hotel Monitor 2025.
Secondo il rapporto - che prende in considerazione il mercato alberghiero di 80 città del mondo - il prossimo anno si assisterà a un rallentamento della domanda leisure e, per contro, a un incremento di nuove aperture (oltre 2.700 hotel nel 2025).
Al contempo l’inflazione globale passerà dal 5,9% al 4,5%, attenuando così l’aumento delle tariffe, anche se queste rimarranno comunque elevate a causa di diversi fattori. A partire dalla carenza del personale, che continuerà a gravare sulla gestione dei costi degli hotel. Un fenomeno che riguarderà sia il mercato statunitense, che quello europeo.
“Gli hotel continuano a essere schiacciati da costi superiori all’inflazione a causa di alcuni elementi chiave, tra cui la manodopera”, ha spiegato Sara Andell, director of strategy di Amex GBT Consulting. “Ma lo scenario sta cambiando in modo significativo. La domanda leisure, che da tempo influenza in modo positivo le tariffe, mostra segni di cedimento. I livelli record di costruzione di hotel stanno alimentando l’offerta con più camere”.
Tuttavia, segnala lo studio riportato da travelpulse.com, in alcune aree le tariffe continueranno a crescere: è il caso per esempio di New York, dove le tariffe medie saranno più alte di oltre 4 punti percentuali rispetto alle altre piazze degli Usa; di alcune città del Nord Europa, nonché di Istanbul, che vedrà i prezzi salire del 9,2% (uno degli incrementi più alti) e dell’India, mercato turistico in forte espansione, che registrerà gli aumenti più elevati dell’Asia.