No all’aumento della tassa di soggiorno. E’ questa la richiesta di Federalberghi all’indomani della proposta che starebbe circolando all’interno del Governo secondo la quale verrebbe autorizzata l’applicazione della tassa di soggiorno a tutti i comuni italiani, mentre oggi hanno l’autorizzazione solo i capoluoghi di provincia, le unioni di comuni e i comuni turistici, con la possibilità di aumentare al contempo la tariffa.
“Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del Pil e dell’occupazione – evidenzia la federazione in una nota -, ha da poco rinnovato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla”.
Il precedente
Inoltre Federalberghi ricorda che “sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto massimo dell’imposta di soggiorno è stato elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell’istituto”.
Tra le richieste alternative al Governo viene menzionata l’istituzione, con legge nazionale, di un fondo destinato a sostenere in via permanente la riqualificazione delle imprese turistico ricettive “e che ne venga garantito il finanziamento automatico attingendo a una parte del gettito dell’imposta di soggiorno”, conclude Federalberghi.