Tassa di soggiorno, l’appello:
“Sia investita nel turismo”

“A chi ha la responsabilità di definire la politica nazionale, chiediamo di tutelare il settore e investire per la competitività delle imprese e dei territori. Le imprese turistiche non sono dei bancomat”. Questo l’appello lanciato ieri, in un comunicato congiunto, da Confindustria Alberghi, Assohotel Confesercenti e Federalberghi, sulla tassa di soggiorno.

Istituita nel 1910 esclusivamente per le stazioni termali, la tassa ha conosciuto varie vicissitudini fino ad essere abrogata nel 1989 per favorire il turismo dei mondiali di calcio di Italia 90. Reintrodotta nel 2010, da quest’anno potrà essere applicata da tutti i Comuni. Secondo la legge “il gettito derivante dalla tassa è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”.

Un tesoretto

Nel 2024 ha rappresentato un vero tesoro. L’annata record del turismo italiano con 458,4 milioni di presenze ha infatti generato un incasso nazionale di 1 miliardo 24 milioni di euro. E secondo Massimo Ferruzzi, responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno, “gli incassi dell’imposta aumenteranno anche quest’anno con un incremento molto vicino al 16%, un gettito di 1186 milioni mentre il numero dei comuni che l’applicheranno sarà di 1389”.

La deriva dei Comuni

Da tempo però sempre più amministrazioni locali stanno dirottando parte dei fondi per coprire i buchi delle spese correnti delle casse comunali. “Pur essendo una tassa di scopo, viene destinata a scopi turistici solo una minima parte, inferiore al 20% del totale incassato”, ha denunciato a Il sole 24 ore Antonio Zacchera, vice presidente esecutivo di Confindustria Alberghi.

A peggiorare le cose è intervenuto il Parlamento con un emendamento a prima firma dell’onorevole Gusmeroli della Lega, volto a consentire ai Comuni, in via transitoria per il biennio 2025/2026, di utilizzare fino al 50% dei fondi della tassa di soggiorno per coprire le spese correnti. Dichiarato prima inammissibile, è stato poi riammesso a seguito di un supplemento di istruttoria, ma ha fatto infuriare le associazioni di categoria. “Il Parlamento e il Governo devono promuovere l’utilizzo corretto e non incoraggiare la negazione assoluta dell’obiettivo come vuole l’emendamento – ha dichiarato Alessandro Massimo Nucara, direttore generale di Federalberghi -. Noi riteniamo che l’imposta di soggiorno vada messa a servizio dell’economia turistica come dice la legge”.

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