‘Make them pay’. Questo il grido che sta accompagnando nelle ultime ore le proteste di migliaia di lavoratori dell’hotellerie negli Stati Uniti. Oltre 15mila dipendenti di grandi catene alberghiere - tra addetti all’accoglienza e alle pulizie - stanno marciando oltreoceano per chiedere la revisione dei contratti e l’aumento dei salari.
Le agitazioni - si apprende da Usa Today - sono scoppiate dopo il fallimento delle trattative tra l’organizzazione sindacale Unite Here e i vertici di diversi colossi alberghieri, tra cui Hilton, Hyatt, Marriott e Omni Hotels.
Tra le denunce dei dipendenti, l’aumento dei contratti a chiamata e la progressiva riduzione degli orari di lavoro attuata dai vertici delle catene alberghiere a partire dalla pandemia per risparmiare sui costi del personale. Pratiche che hanno ridotto drasticamente i compensi dei lavoratori, per i quali diventa sempre più insostenibile far fronte alle spese quotidiane, nonché risiedere nelle città in cui operano.