"È un bacino che cresce a ritmo vertiginoso". Roberto Perocchio, consigliere di presidenza Federturismo Confindustria, evidenzia con queste parole le potenzialità della Cina, Paese con una prospettiva di crescita del 35% della middle class entro il 2030 e il maggior numero di turisti in giro per il mondo (127,8 milioni nel 2016).
Secondo Confturismo-Istat l'anno scorso i turisti arrivati in Italia sono stati 3,79 milioni (+12%). "Al momento - continua Perocchio - esistono 114 certificazioni di vario genere per assistere gli operatori del settore in tutte le fasi dell'accoglienza".
I mercati dei big spender
Ma quali sono i requisiti essenziali per conquistare il mercato cinese? Innanzitutto è necessaria almeno la conoscenza della lingua inglese, ma occorre anche "essere presenti su canali cinesi come We Chat, proporre piattaforme digitali più ricche per quanto riguarda musei e borghi e incentivare la rete di collegamenti anche verso le località minori".
Con 1142 e 918 euro di scontrino medio, rispettivamente dei turisti provenienti da Hong Kong e dalla Cina, "si evince l'interesse unico che il nostro Paese riesce ancora ad esercitare e dobbiamo riuscire a capitalizzarlo - afferma Giuliano Noci, protettore del polo territoriale cinese -. La frammentazione della nostra offerta non ci sta aiutando in questa direzione. Milano, grazia alla sua fama internazionale, potrebbe giocare un ruolo pioneristico di proposta turistica di servizi integrati". S. F.