“Abbiamo chiesto al Ministero del Turismo l’introduzione dell’obbligo per i proprietari delle case affittate con fini turistici e per i portali online di iscriversi in un apposito registro. Solo chi sarà iscritto potrà operare”. Così il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, alcuni giorni fa ha spiegato al quotidiano La Stampa come spera di frenare il fenomeno dell’abusivismo nella Serenissima e stanare gli irregolari.
L’idea è quella di considerare gli affitti brevi al pari delle strutture ricettive, anche, e in particolar modo, per quanto riguarda l'applicazione della tassa di soggiorno, per la quale il Comune pensa a una tariffazione “articolata”, con importi diversi per centro storico, isole e terraferma. “È indispensabile – ha precisato a riguardo Brugnaro -, perché deve tenere conto della nostra singolarità. Una tariffazione unica, come chiede Airbnb, non sarebbe in linea con quanto stabilito dal Consiglio comunale”.
Monitorare i flussi
La registrazione degli appartamenti di locazione turistica consentirebbe anche un più efficace monitoraggio dei flussi e delle presenze nella città. “È diritto di ogni cittadino, e quindi di ogni Amministrazione, conoscere tutti i dati di chi ogni notte soggiorna nel proprio territorio”.
Su questo fronte l’Amministrazione pensa a “introdurre un sistema di telecamere dotate di software per contare entrate e uscite da Piazza San Marco e varchi di ingresso”.