“È un danno d’immagine molto forte, che va a colpire la parte di clientela alto spendente degli Usa, e, per altro, non è del tutto vero”. Claudio Scarpa (nella foto), direttore generale dell’Ava, l’associazione albergatori di Venezia, commenta così la scelta della CNN di inserire la città della Laguna nei luoghi dove non prenotare una vacanza nel 2018.
“La città è veramente invivibile per 5, massimo 6 giorni all’anno - dice Scarpa -. Siamo in questa situazione, soprattutto di immagine, perché arriviamo da 10 anni in cui il turismo non è stato gestito in nessuna maniera dalle amministrazioni comunali che si sono succedute. Ora sembra che la nuova giunta abbia intenzione di prendere in mano la situazione”.
Il tema del sovraffollamento di Venezia è legato, ricorda Scarpa, ai turisti cosiddetti ‘pendolari’, che dormono fuori città e arrivano per un giorno soltanto: non spendono e non consumano, fanno solo grandi numeri. “Ma il turismo è fatto da aziende, ci basiamo sui fatturati non sui numeri degli arrivi. Se è vero che è un diritto di tutti usufruire della cultura e viaggiare, è anche vero che i turisti devono dare qualcosa in cambio alle destinazioni che visitano”.
Per gestire la meglio la questione del turismo in Laguna, gli albergatori hanno proposto una serie di soluzioni per far arrivare in città i turisti ‘pendolari’ nelle zone periferiche, per evitare di intasare completamente San Marco “che è in effetti l’unica zona davvero superaffollata e che, liberata dai questi flussi, potrebbe tornare a respirare”. C. P.