“Le concessioni balneari sono beni e non servizi”, pertanto la direttiva Bolkestein non potrebbe essere applicata agli stabilimenti. A pronunciarsi in questi termini sulla disputa che da anni infiamma balneari e Governo è chi alla normativa ha dato il proprio nome, ovvero Fritz Bolkestein, intervenuto ieri in un convegno organizzato a Roma da un’associazione di donne titolari di stabilimenti (Donnedamare) e da esponenti dei partiti di centro-destra.
“Non capisco – ha dichiarato ieri Bolkestein, riporta Il Sole 24 Ore – come le concessioni possano essere considerate un servizio. Così si mettono a rischio 30mila concessionari che sono prevalentemente piccole e medie imprese. Anche se i concessionari aiutano un turista a trovare un servizio ciò non è rilevante perché conta il core business”.
La sua posizione ha portato un velo di speranza tra le associazioni dei belneari, nonostante la querelle vada avanti in altre sedi, quelle governative. Al momento, ai balneari non resta che aggrapparsi alla proroga inserita nell'ultima Legge di Bilancio dal Pd, che ha esteso le concessioni fino al 2020.