“Sarebbe il primo, clamoroso autogol del nuovo governo”. Non usa mezzi termini Dario Nardella, sindaco di Firenze, nel commentare uno dei punti del programma di Lega e M5S, quello riguardante l’abolizione della tassa di soggiorno.
Un’imposta che, aggiunge Nardella, “è una misura equa perché è pagata dai visitatori e questo permette di non scaricare i costi di manutenzione e dei servizi solo sui residenti; inoltre, visto il gran numero di turisti stranieri, consente di portare più soldi dall’estero verso le città italiane”.
Venezia: "Perderemmo 31 milioni di euro"
"Mi devono spiegare come recupero i 31 milioni di euro che ricaviamo ogni anno dalla tassa di soggiorno” esclama l’assessore al Bilancio del Comune di Venezia, Michele Zuin. “Parliamo di un’entrata corrente che determina il bilancio - dice a La Nuova Venezia -. Non capisco poi perché dovrei tagliare un’imposta che, tra l’altro, costa qualche euro al giorno e viene pagata in prevalenza da turisti stranieri. Se questa è una delle strategia del nuovo governo mi sembra che stia già dando dei segnali di difficoltà”.
"L'imposta non grava sui cittadini"
D’accordo con lui anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola: “Grazie alla tassa di soggiorno pagata dai turisti - spiega - il Comune nel 2017 ha riscosso 6,1 milioni di euro, utilizzati per promuovere la città. A Bologna i risultati si vedono per il forte aumento di presenze che abbiamo ottenuto”. Abolirla significa, quindi, far mancare un’entrata importante “che non grava sui cittadini residenti”.
L'opposizione di Pizzarotti e Gnassi
A rincarare la dose le parole del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che definisce l’ipotesi “di una gravità inaudita”.
“Sono senza parole - scrive sulla sua pagina Facebook -. Il duo di governo vorrebbe cancellare con un tratto di penna l'imposta di soggiorno turistica. Quei pochi spiccioli in più che un turista versa all’albergo durante la vacanza. Pochi spiccioli per una persona, ma che per una città che vive di turismo significano molto”.
Pronto a contrastare la proposta anche Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, che in una nota definisce l’abolizione della tassa “una superficialità che si scarica sui Comuni e sulle comunità locali, come già avvenuto in passato con l'abolizione dell’Ici”. Nel 2017, puntualizza Gnassi, l’imposta di soggiorno “ha portato a Rimini 7,5 milioni di euro, usati per restaurare e riqualificare il suo patrimonio storico e artistico e la rete di balneazione. Praticamente tutto ciò che ci permette ogni anno di mantenere, e se possibile incrementare, 16 milioni di presenze turistiche”.
"Chiuderebbero musei e biblioteche"
Grande la preoccupazione delll’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno: “Sarebbe una misura gravissima per la cultura nel nostro Paese, finanziata grazie agli incassi della tassa versata in massima parte da turisti extracomunitari - ha attaccato ieri Del Corno -. Basti pensare che la spesa corrente per la Cultura a Milano si aggira intorno ai 35 milioni, è più o meno equivalente. Significherebbe l'azzeramento quasi totale dei capitoli dedicati alla promozione culturale della città”.
Secondo l’assessore, se questa misura diventasse definitiva nessun Comune sarebbe in grado di tenere aperti musei e biblioteche, di organizzare attività espositive, di sostenere teatri e auditorium”.