Gli operatori della Sardegna non sono soddisfatti: dopo l’exploit dello scorso anno, infatti, i primi dati relativi a questa stagione non sembrano all’altezza delle aspettative. “A parte rare eccezioni non c'è stato il pienone - ha dichiarato Carlo Amaduzzi, presidente Assohotel Sardegna -; in diverse strutture hanno prenotato all'ultimo minuto, e in altre c'è ancora posto”.
Il ritorno dei competitor
La causa principale, secondo lui, è nel rasserenamento del clima politico e sociale di altre mete del Mediterraneo che ha distolto i turisti dalla Sardegna, favorendo invece altre destinazioni “più economiche e meglio organizzate. Siamo rimasti fermi, non abbiamo fatto tesoro del boom dell'anno scorso. Abbiamo solo un prodotto turistico legato alla balneazione e basta. Non si è stati in grado di realizzare nuovi prodotti che creassero attrattività: circuiti ciclabili, sentieristica, trekking. Nulla. E i turisti vanno altrove”.
Lo sconforto dei player
E dalle colonne di unionesarda.it il direttore di Confesercenti Sardegna, Gian Battista Piana, aggiunge: “Non c'è stato nulla da fare, anche per Ferragosto un disastro. Siamo nel pieno della stagione, eppure la delusione e lo sconforto sono tangibili in tutte le località turistiche della regione”.
Pochi investimenti sui repeater
Sulla mancanza di un investimento a lungo termine sui repeater interviene anche Gigi Molinari, presidente Fiba Sardegna, secondo il quale i servizi spiaggia hanno registrato "un calo drastico, sia di presenze che di potere di spesa di coloro che arrivano. Nello stesso periodo rispetto all'anno scorso abbiamo avuto una diminuzione che arriva quasi certamente al 30%. Non si è lavorato sulla fidelizzazione, usando il vantaggio dell'anno scorso".
Già lo scorso luglio l’assessore regionale al Turismo Barbara Argiolas aveva ammesso il calo di presenze motivando la frenata con il riaffacciarsi di altre destinazioni mediterranee: “È una stagione di transizione - aveva detto -, quello che manca è il turismo italiano, mentre quello straniero è a più 4,5%”.