Si prospetta ancora una fumata nera per il cda dell’Enit. La conferenza delle Regioni di questa mattina dovrebbe esprimersi sulla nomina del rappresentate degli enti locali in seno al consiglio di amministrazione dell’Agenzia Nazionale, ma, secondo le ultime informazioni, potrebbe invece concludersi con un nuovo nulla di fatto.
Il nome che era stato proposto, quello del siciliano Sebastiano Nibali, capo di gabinetto vicario del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, è infatti stato rigettato per mancanza di requisiti. Avendo quindi ‘bruciato’ anche l’unico nome sul tavolo, scelto per garantire equilibri politico-territoriali, di fatto la palla torna al centro del campo e la partita ricomincia.
Dietro a tutta questa ‘melina’ della Regioni nell’arrivare a una definizione del nome in cda c’è stata quasi sicuramente una contrapposizione fra gli enti locali e il ministro Centinaio, una contrapposizione che è sfociata, però, in una scelta alternativa alle precedenti.
Il nome di Nibali, infatti, è stato avanzato dalla Regione Siciliana, che di fatto è diventata l’interlocutore turistico all’interno della conferenza della Regioni, al posto del tradizionale Abruzzo. Un passaggio che potrebbe favorire una nomina più affine a parti politiche più vicine all’area dell’attuale ministro.
Resta ancora da nominare, infine, il terzo membro del cda, che viene scelto dal ministro sentito il parere delle associazioni di categoria: nei giorni scorsi si è registrata una fuga in avanti da parte di Ivana Jelinic, presidente Fiavet nazionale, che non ha nascosto le sue ambizioni per questa poltrona. Ma resta ancora vivo il nome di Magda Antonioli, una delle prime ipotesi sul banco.
Quello che è certo è che, se stamattina emergerà un nuovo nulla di fatto da parte delle Regioni, il cda Enit resterà ancora di là da venire.