“Il nostro messaggio ai tour operator internazionali è che, purtroppo, noi non sappiamo assolutamente nulla sulla tassa di ingresso che il comune di Venezia vuole applicare ai turisti che arrivano in città”. È decisamente insoddisfatto Andrea Gersich, managing director di Albatravel Venezia e e presidente dell’associazione Tolomazi, che raccoglie i Dmc della città della Laguna, del provvedimento che il comune si appresta ad approvare.
“È assurdo che proprio noi, che per primi avevamo proposto uno strumento del genere, anche se concepito in maniera diversa, per organizzare i flussi e non per fare cassa sulle spalle dei turisti, non siamo stati coinvolti neppure in un solo passaggio nella strutturazione della nuova tassa – dice Gersich -. È assurdo soprattutto perché siamo noi ad avere i contatti con i t.o. internazionali, che stanno iniziando a preoccuparsi”.
Secondo Gersich il rischio è che a pagare sia soltanto “il turismo organizzato, quello che anche se non dorme a Venezia lascia comunque denaro in città grazie alle guide turistiche e agli altri servizi a cui fanno ricorso”. Senza contare che, in alcuni momenti dell’anno, se è vero che il tetto massimo della tassa di sbarco sarà fissato a 10 euro, “finirà per costare più cara della tassa di soggiorno”.
Le preoccupazioni
Quello che davvero preoccupa Gersich, però, è l’entrata in vigore della nuova tassa: “Da quello che leggiamo – dice – sarà applicata a partire dal Primo maggio, senza considerare che il turismo organizzato ha tempi ben più lunghi e che chi arriverà in città in quella data ha già prenotato e pagato da diversi mesi. Ci troveremo, così, a dover imporre un sovrapprezzo a sorpresa e non di poco conto”.
Anche sul tema esenzioni non c’è chiarezza: “Da quello che leggiamo, i veneti non pagheranno, e il sindaco di Jesolo chiede che non la paghino neppure i turisti che dormono negli hotel della sua città. Chi viene a trovare un parente a Venezia non la pagherà, purché presenti un’autocertificazione. E i crocieristi, se sbarcano e si recano a prendere la loro auto al porto, non pagheranno neppure loro. Quindi, alla fine, ci chiediamo chi veramente pagherà la nuova gabella”.