Volente o nolente, il turismo fa ormai parte del dna di Venezia e i passaggi dei crocieristi ne sono una componente fondamentale. Secondo il Touring Club Italiano, infatti, in dodici mesi le grandi navi trasportano circa un milione e mezzo di passeggeri, facendo tappa a Venezia quasi 500 volte, e i crocieristi portano in dono qualcosa come 280 milioni di euro l’anno.
Il valore aggiunto delle crociere
Spostare le grandi navi dal canale della Giudecca potrebbe aver, dunque, conseguenze negative per l’inbound della città lagunare perché poter ammirare dal mare Piazza San Marco è un vero e proprio valore aggiunto che le compagnie di crociera offrono ai propri passeggeri.
Uno spettacolo impagabile a cui nessuno intende rinunciare, secondo quanto dicono i lavoratori delle navi intervistati da corriere.it.
“In alta stagione - spiega un impiegato della Le Ponant, la nave superlusso attraccata alla Marittima - ognuno dei nostri passeggeri arriva a pagare anche 1250 euro al giorno. In cambio, però, ha champagne e caviale, tre camerieri a disposizione e, quando si arriva qui, anche la possibilità di vedere Piazza San Marco direttamente dalla nave”.
Senza il passaggio di fronte a Palazzo Ducale, molti turisti potrebbero dunque andare altrove: “Marghera è brutta, fa passare la voglia di scendere dalla nave. Senza contare quanto complicato sarebbe spostare migliaia di persone da una parte all’altra della laguna”.
"La gente vuole comodità"
La pensano così anche alcuni dei lavoratori di Msc Opera, intervistati dal giornale: “La gente - dicono - vuole viaggiare comoda, l’accesso a Venezia deve essere facile, altrimenti c’è il rischio che i turisti scelgano altre destinazioni”. Inoltre molte toccate a Venezia durano solo un giorno, ragion per cui la distanza del luogo dell’attracco da Piazza San Marco diventa determinante per i passeggeri, che hanno poco tempo a disposizione per visitare la città.
Una cosa è certa: il dibattito ‘grandi navi sì’, ‘grandi navi no’ avrà ancora molto tempo per svilupparsi, dal momento che si stima ci vorranno almeno tre anni per completare le infrastrutture necessarie a dirottare le navi, liberando definitivamente la Giudecca dai giganti del mare.