Dal Governo è stato relegato, nel decreto del 25 marzo, tra i settori ‘non essenziali’, quindi di fatto accantonato, eppure il turismo esprime il 6% del valore aggiunto nazionale (88 miliardi) e consumi interni per oltre 146 miliardi.
Sono queste le cifre che emergono dai dati del Conto satellite del Turismo (Cst) di Istat, che rileva come il comparto occupi quasi 283mila addetti, di cui 220mila dipendenti.
Secondo i dati incrociati di Istat e Banca d’Italia, riporta ilsole24ore.com, tra marzo e maggio dello scorso anno i soli viaggiatori stranieri – che normalmente rappresentano, in questo periodo, il 21,4% degli arrivi annui - avevano speso nel nostro Paese qualcosa come 10 miliardi di euro. Un tesoro che, quest’anno, è andato del tutto perso.
L'anno scorso la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia è stata di circa 44,3 miliardi, per metà destinata ai servizi per l'alloggio, seguita dalla ristorazione per oltre un quinto del totale, lo shopping e il trasporto. Per Bankitalia il peso dell’industria turistica salirebbe, in circostanze normali, al 13,2% del Pil (al 14,9% per gli occupati), comparabile con quello della Spagna (14,6%) e superiore a quello di Francia (9,5%) e Germania (8,6%).