Anche gli animatori turistici rivolgono il loro appello alle istituzioni, dopo quello che definiscono il nuovo lockdown del Governo. “Abbiamo investito i nostri risparmi e ci siamo anche indebitati per mettere in sicurezza le nostre attività e coloro che ne usufruivano, a fronte di promesse di aiuti economici che non sono mai arrivati – esordisce Salvatore Belcaro, presidente Fiast Assoturismo Confesercenti -. Ci siamo dati delle regole da seguire perché nessuna istituzione le aveva previste per il nostro settore, perché nessuno si voleva prendere la responsabilità di chiuderci e sostenerci economicamente, o di approvare le nostre regole in maniera formale. A cosa è servito tutto questo? A farci definire ‘non essenziali’? Non è questo quello che ci aspettavamo dalle istituzioni”.
"Ecco cosa vogliamo per sopravvivere"
Il settore, continua Belcaro, ha disperato bisogno di entrate economiche, per questo ribadisce le richieste: finanziamento a fondo perduto da maggio a settembre, credito d’imposta pari al 50% del netto speso per le strutture turistiche che si avvalgono dei servizi di animazione, e poi ancora la cancellazione delle tasse fino a marzo 2021 e l’abbassamento dell’Iva dal 22 al 10% per tutti i servizi di animazione e intrattenimento.
La Fiast chiede inoltre il prolungamento fino al 30 giugno 2021 del credito d’imposta per l’affitto di uffici e magazzini e il credito d’imposta pari al 50% degli importi investiti in attrezzature ed innovazione digitale. Tra le richieste avanzate anche l’istituzione di un Albo Nazionale per le Imprese di Animazione Turistica e Territoriale e di un Albo Nazionale per Animatori Turistici e Territoriali. “Esprimiamo la nostra totale disponibilità a rimanere fermi con le nostre attività - conclude Belcaro -, ma pretendiamo dalle istituzioni quell’aiuto necessario a darci sicurezza affinché, quando sarà il momento, saremo ancora in grado di riprendere il nostro lavoro in modo produttivo”.