“È necessario offrire strumenti concreti di ristoro delle perdite subite adottando misure immediate, che tengano conto delle specificità del settore e che si aggiungano a quelle che il Governo ha emanato e sta emanando per la generalità delle imprese”. Così in audizione al Senato il presidente di Federterme, Massimo Caputi, ha chiesto all’Esecutivo di agire in fretta a sostegno del comparto termale.
Nel periodo tra luglio e ottobre 2020, il settore ha subito perdite complessive per circa il 75% rispetto al 2019. Federterme chiede, perciò, in riferimento alle previsioni del Decreto Ristori, “l’ampliamento del contributo a fondo perduto portandolo ad almeno 300mila euro, l’erogazione a tutti gli assistiti dal Servizio sanitario nazionale dei cicli di riabilitazione termale motoria e della funzione respiratoria, attualmente riconosciuti ai soli assicurati dell’Inail”.
Per i datori di lavoro dei settori turistico e termale, ha aggiunto Caputi, “l’esonero contributivo a favore delle aziende che non chiedono il trattamento di integrazione salariale per la totalità dei propri lavoratori deve essere riconosciuto per tutti i lavoratori per i quali è cessato il trattamento di integrazione salariale, anche se tale trattamento prosegue per altri lavoratori dipendenti dal medesimo datore di lavoro al momento non richiamabili in servizio; la sospensione e rimodulazione canoni ed oneri fiscali, tra cui i canoni di concessione mineraria per acque termali e l’eliminazione o rimodulazione della Ta.ri. per gli stabilimenti e alberghi termali”.