La crisi da Covid 19 non risparmia nemmeno i palazzi storici di Venezia. E così, Fondazione di Venezia decide di separarsi dai suoi gioielli immobiliari, a partire dalla storica Casa dei Tre Oci, palazzo di inizio ‘900 sull’isola della Giudecca e affacciato su San Marco, per proseguire con il grande centro espositivo M9, il museo del Novecento inaugurato a Mestre due anni, fa e con altri immobili di proprietà.
“Ma la Casa dei Tre Oci non diventerà un albergo” spiegano Michele Bugliesi ed Emanuela Bassetti, presidente della Fondazione e presidente e ad di Civita Tre Venezie, che gestisce i Tre Oci. Il rischio di veder trasformata la Casa dei tre Oci in hotel di lusso c’è, anche se la destinazione d’uso attuale, di tipo espositivo, dovrebbe impedirlo.
L’obiettivo, come indicato su La Stampa, non è solo quello di affrancarsi dalle difficoltà finanziarie, ma anche di “Ricavare utili da reinvestire sul territorio. Il 30% del patrimonio della Fondazione di Venezia, pari a 120 milioni di euro, è stato investito in immobili, e questo non va bene” spiega Bugliesi.
Oggi sul mercato c'è un ingente patrimonio immobiliare. Si va appunto dalla storica dimora della Giudecca da anni destinata a sede espositiva, valutata 6 milioni di euro, alla sede istituzionale di Rio, al megacentro espositivo M9-District, per finire ai palazzi con abitazioni e uffici di via Poerio, via Brenta vecchia e via Pascoli.
"Dobbiamo smobilizzare - spiega Bugliesi in un’intervista riportata da Monitorimmobiliare - per puntare su strumenti finanziari più redditizi, che ci permettano di raddoppiare le nostre capacità di erogare finanziamenti per arte e cultura".
L’operazione di Fondazione di Venezia segue altre illustri riconversioni, come quella di Fondaco dei Tedeschi trasformato in galleria per lo shopping o del Cinema teatro Italia, riconvertito in un supermercato che ha conservato stucchi e affreschi originari.