Non è a lettura univoca questo 2021 che ci stiamo faticosamente lasciando alle spalle. Se per mare e montagna si può infatti parlare di cauta ripresa - anche se in nessun momento si è riusciti a toccare i livelli pre-pandemici - le città d’arte ancora arrancano.
A provare a interpretare l’annata turistica che sta volgendo al termine è Damiano De Marchi, senior analyst e tourism and destinations specialist per The Data Appeal Company, che su Officinaturistica tratteggia un quadro a più tinte per il 2021 italiano.
Un quadro che emerge dai numeri di The Data Appeal Company ottenuti attraverso una selezione di estrazioni dalla dashboard Data Appeal Studio in uso a Enit e a tante destinazioni italiane e non solo.
Mare e laghi, dicevamo, sono riusciti a recuperare terreno, ma anche la montagna ha tirato un sospiro di sollievo in estate, dopo l’improvvisa chiusura decisa dal governo nell’inverno. A riprendersi parzialmente, nonostante le apparenze, è stato anche il turismo internazionale che, come riporta repubblica.it, ha guadagnato 6 punti percentuali sull’anno precedente grazie al parziale ritorno dei visitatori dall’Europa centrale, mentre invece il mercato anglosassone è restato al palo.
Meglio dei competitor
Ancora molto in difficoltà, invece, le città d’arte, penalizzate dall’assenza dei mercati a lungo raggio e dal forte rallentamento dei viaggi business. Tuttavia, riporta De Marchi, rispetto ai concorrenti di sempre come Francia e Spagna, l’Italia nel complesso ha tenuto meglio ed è riuscita, secondo il sentiment stimato da The Data Appeal, a registrare livelli di soddisfazione mediamente più elevati, nonostante le difficoltà.
I punti di forza
Laddove, infatti, si è riusciti a garantire flessibilità, professionalità e qualità dell’accoglienza l’impatto della crisi è stato decisamente meno forte; secondo The Data Appeal, poi, sono uscite vincenti le destinazioni e gli operatori che hanno fornito esperienze outdoor e puntato sull’eccellenza enogastronomica.
Difficilissimo prevedere come andrà il 2022, a causa della variante Omicron che costringe a rivedere in corsa programmi e regole. Tuttavia il Travel Barometer, che registra l’indice di fiducia dei viaggiatori, a breve termine segnala un indicatore in salita per il prossimo anno, “frutto ancora una volta del grande sforzo dell’Italia verso l'immunizzazione e la sicurezza sanitaria, che si traduce subito in fiducia e propensione alla visita”.