Anche la Campania sta registrando il ritorno dell’incoming internazionale, ma i rincari delle materie prime e l’aumento delle spese energetiche non consentono agli operatori turistici di registrare un livello di utili pari al periodo pre-pandemico.
A pensarla così Cesare Foà, presidente Advunite e Aidit Federturismo Campania: “La gente - dice - ha voglia di viaggiare, voglia di normalità. C’è però da sottolineare che ancora oggi il turismo, che è senza dubbio la terza industria del nostro Paese, non viene apprezzato e considerato nella sua reale dimensione. Le strutture ricettive di certo registrano attualmente un coefficiente di riempimento delle stanze sicuramente maggiore a quelle del 2019, ma parliamo di letti occupati, non di aumento di guadagno”.
Costi di gestione alle stelle
Nel frattempo, infatti, i costi di gestione sono notevolmente aumentati “o perché non si riescono a reperire risorse umane, o perché è aumentato il costo delle materie prime per quanto riguarda il food o perché sono aumentate le spese energetiche. A livello di utile quindi siamo ben lontani dai numeri registrati nel 2019”.
A registrare le performance migliori in queste settimane estive sono le isole Capri, Ischia e Procida e le due costiere Amalfitana e Sorrentina, “la prima che vanta un turismo internazionale d’èlite, la seconda dove approda un turismo più di massa, con moti tedeschi e inglesi che hanno una minore capacità di spesa. Poi sono tornati gli israeliani. Stanno andando molto bene anche Capri e Ischia perché hanno riqualificato molti alberghi. Poi c’è il Cilento, che pure va forte”.
Diverso il discorso per Procida che, spiega Foà, “non ha grandi capacità ricettive. I turisti vanno a fare l’escursione, che è cosa ben diversa dal soggiorno”. A livello generale le prospettive sono di un aumento a doppia cifra: “Come turismo e come numeri saremo al più 20%, ma ripeto - ribadisce il presidente -, non pensiamo che questo significhi un aumento dei ricavi, perché non è così”.