La bolletta fa tremare il turismo invernale. Reduci da un triennio da dimenticare, gli impianti di risalita guardano con timore all'incremento dei prezzi dell'energia, per loro indispensabile in quantità massicce.
"Negli anni passati, in media, il costo dell’energia incideva tra l’8 e il 15% - afferma a corriere.it la presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari, Valeria Ghezzi -. Oggi superiamo il 30%. L’auspicio è un intervento del governo". Un ordine di grandezza che chiarisce l'entità del fenomeno. E le preoccupazioni del comparto.
Gli effetti sugli hotel
Ma anche gli hotel delle località sciistiche devono fare i conti con le bollette crescenti, mettendo in campo diverse strategie.
In Valle d'Aosta, ad esempio, alcune strutture rivedranno i periodi di apertura, limitandosi al weekend in alcune settimane. Altre invece modificheranno gli orari di accensione delle insegne esterne.
In Trentino Alto Adige, invece, alcuni albergatori hanno chiuso le saune o abbassato di alcuni gradi la temperatura delle piscine. Ma le strutture più distanti dalle piste stanno valutando se aprire o tenere chiusi i battenti.
A questo si aggiungono i timori per gli effetti collaterali del caro energia, come la riduzione della propensione all'acquisto da parte dei vacanzieri.