“Fino ad ora guardavamo ai flussi in modo quantitativo, ma oggi dobbiamo puntare sulla qualità”. Questo il cambio di paradigma che, secondo il ministro Daniela Santanchè può permettere all’industria turistica italiana di progredire e di governare meglio gli arrivi nello Stivale.
In un’intervista a Il Tempo, la titolare del Mitur traccia la rotta da seguire per combattere il fenomeno dell’overtourism nelle città d'arte, sempre più congestionate, e allo stesso tempo generare flussi di valore a vantaggio dei territori e dell’economia. “I turisti sono, giustamente, sempre più esigenti – spiega al quotdiano -. È una domanda sempre più specifica, attenta all’ambiente, alla qualità dei servizi. E più s’innalza la domanda, anche in termini di aspettative ed esigenze, più deve innalzarsi l’offerta”.
Distribuire i flussi
La distribuzione dei flussi è cruciale per allentare la morsa del sovraffollamento a Roma, Firenze e Venezia. “Dobbiamo lavorare non solo sulle mete classiche, ma parallelamente concentrarci sulle altre destinazioni”. Quello dell’overtourism per il titolare del dicastero del Turismo è un fenomeno da “gestire, altrimenti rischiamo di subirlo. E subendolo, si rischia anche di generare percezioni negative sul turismo da parte delle comunità locali”.
Necessario è perciò per il minsitro attivare strategie condivise con i territori e proporre al turista “stimoli e proposte differenti rispetto a quelli che già sa a memoria”.
Per esempio, afferma ancora Santanché, “si può incentivare la dispersione dei turisti all’interno della città, e anche oltre, suggerendo la visita di mete meno note e di aree meno turistiche, promuovendo per esempio i nostri meravigliosi Borghi. Puntare sul turismo termale per favorire il turismo in altri periodi dell’anno rispetto ai periodi canonici. Promuovere sempre di più esperienze legate al turismo lento, ai cammini, al cicloturismo”.