Sono ben 132mila le case vuote di Venezia, con un tasso di sfitto tra i più alti d’Europa, pari a oltre il 26%. Il peso delle case online sul totale delle case comunali, poi, è di appena l’1,5% del totale, inferiore alla media nazionale che è pari all’1,7%.
Questi i dati diffusi dal Centro Studi Aigab - Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi - in occasione dell’incontro di ieri fra il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e Marco Celani e Michele Ridolfo, rispettivamente presidente e vicepresidente Aigab.
L'emendamento Pellicani
L’obiettivo del meeting è stato di fare il punto sulle intenzioni del Comune a proposito dell’applicabilità dell’emendamento Pellicani che concede alla sola amministrazione di Venezia la facoltà di introdurre in maniera autonoma restrizioni rispetto al numero di notti affittabili, con una norma che prevede un tetto massimo di 120 giorni, anche non consecutivi, per l’affitto di un immobile.
Un incontro, quello di ieri, che la stessa associazione ha definito permeato da un clima di interlocuzione positiva. “Riteniamo - specificano i dirigenti Aigab - che l’approccio del sindaco Brugnaro di valorizzazione dell’esperienza dei professionisti e di non criminalizzazione ideologica del settore possa rappresentare un esempio positivo e un laboratorio pilota, che possa in futuro essere da esempio ad altre città che oggi stanno avendo un approccio al fenomeno sbagliato e penalizzante verso la libertà d’impresa e la proprietà privata”.
In base alle rilevazioni di Aigab Il contributo al Pil della città portato dai soli affitti brevi è pari a circa 430 milioni di euro all’anno.