Balneari, il piano di Meloni per evitare la procedura Ue di infrazione

Il tempo stringe. In assenza di rassicurazioni da Roma, sulla questione delle concessioni per le spiagge italiane dal 16 gennaio la Commissione europea potrebbe far scattare, per il nostro Paese, la procedura di infrazione.

Meloni ne è pienamente consapevole e, per evitare questa conclusione, ha intenzione di mettere in campo un piano di compromesso fra il governo e la Commissione europea che, come spiega il Messaggero, prevede la messa all’asta delle licenze dei titolari degli stabilimenti.

Rimborso ai titolari in uscita
Titolari in uscita che, però, sarebbero tutelati con norme ad hoc per riconoscere loro gli investimenti fatti in questi anni e che si vedrebbero elargire un parziale rimborso, nel caso in cui perdessero la gara.

La Commissione, intanto, pare abbia dato un via libera di massima: a queste condizioni, con un rinnovo ‘tutelato’ delle gare per gli attuali concessionari, l’Italia non violerà la direttiva Bolkestein sulla concorrenza. E dunque non rischierà di incappare in una procedura di infrazione della Corte di Giustizia europea.

Nei prossimi giorni è prevista una riunione di maggioranza tra Meloni e i suoi due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani per concordare una via d’uscita.

Il caso Veneto
Intanto con l’inizio dell’anno le Regioni, in mancanza di indicazioni univoche, procedono in ordine sparso e la maggior parte di loro, nonostante non abbiano competenza in materia di concessioni demaniali marittime, ha indicato ai Comuni di optare per la via del differimento delle attuali concessioni. Così, ad esempio, è avvenuto per la Sicilia, dove con un decreto è stato deciso che le concessioni scadranno alla fine del 2024.

Il Veneto, invece, secondo quanto riportato dal governatore Zaia al Corriere della Sera, in accordo con i Comuni della costa, tra cui Venezia, utilizzando la legge regionale 33 del turismo del Veneto ha fatto in modo di bandire le gare cercando il rispetto della Bolkenstein: “Chi si aggiudica la concessione – spiega Zaia – deve riconoscere quello che è stato fatto da chi c’era prima di lui”.

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