Aprire un confronto sulla imposta di soggiorno che possa prevedere anche la sua eventuale abolizione.
È davanti alla platea degli imprenditori dell'albergatoria italiana di Confindustria che il ministro del Turismo, Massimo Bray, non mostra preconcetti e si dice pronto ad affrontare, insieme ai rappresentanti dell'hotellerie italiana, lo spinoso tema dell’imposta di soggiorno, da sempre capace di accendere le polemiche più accese tra operatori e istituzioni.
"Dobbiamo rivedere e uniformare i criteri della tassa di soggiorno - annuncia il ministro -. E insieme - prosegue - credo che si possa svolgere una fortissima azione anche per superarla se dimostreremo, dati alla mano, che questa tassa é dannosa e non favorisce il vostro lavoro".
Un'apertura, quella di Bray nel suo primo incontro con gli operatori, dimostrata anche sugli altri temi tirati in ballo nel corso dell'assemblea. Dalla necessità di rifinanziare il fondo di garanzia, all'apertura "da favorire" di nuove tratte low cost, il discorso pronunciato da Bray tocca punto per punto le questioni più urgenti messe sul tavolo dal settore.
"Dobbiamo garantire nuova linfa vitale per il fondo di garanzia a tutela dei turisti - afferma - per fare in modo che le risposte non abbiano tempi così lunghi come quelli attuali". E copertura finanziaria va reperita, secondo il titolare del Turismo, anche per un secondo fondo "che finanzi i circoli interregionali delle eccellenze, alimentato dai volumi derivati dal rilascio dei visti".
Sostegno viene inoltre manifestato nei confronti delle no frills. Il ministro non si sbilancia su modi e tempi per agevolare lo sviluppo degli scali regionali, centri privilegiati dalle compagnie low fare, ma anche in questo caso la posizione del ministro non sembra affatto dogmatica. "Bisogna favorire l'apertura delle tratte low cost in Italia, soprattutto - specifica - nelle regioni, come ad esempio la Sicilia o nel Nord Est della Penisola dove i collegamenti sono carenti".