“Dobbiamo aspettarci un grande anno per il turismo italiano. Fra Giubileo, Special Olympics Winter Games e il WTTC Global Summit si prevedono flussi ingenti verso il Paese. L’Italia si farà trovare pronta, e sicuramente le tecnologie digitali agevoleranno l’accoglienza e la gestione. Ma non è tutto qui: le nuove tecnologie, come l’IA, possono anche aiutarci a personalizzare l’esperienza dei visitatori e migliorare i feedback positivi. Andando così incontro a una domanda sempre più esigente e segmentata”.
Daniela Santanché è ottimista sul futuro del turismo italiano, e spalanca le porte alla possibilità che le nuove tecnologie posso offrire all’Italia per migliorare l’efficienza, la resilienza e la competitività dell’industria turistica.
In un’intervista rilasciata a TTG Italia, il ministro fa il punto su quanto il futuro riserverà al comparto e su come il suo Ministero si sta muovendo per sfruttare il più possibile le novità tecnologiche per rispondere ai turisti e alle imprese.
Partiamo dal tema sulla bocca di tutti: l’intelligenza artificiale. Ha dichiarato più volte che bisogna vedere l’IA come un’opportunità. In che misura, secondo lei, può essere di aiuto al settore? Su cosa bisognerà lavorare in particolare?
Implementare l’IA nel turismo, mettendolo a sistema, significa – per esempio – apportare un deciso miglioramento delle prenotazioni e della gestione dei visitatori, potenziare le attività di analisi dei dati, supportare la destagionalizzazione delle destinazioni turistiche e arricchire l’esperienza turistica in termini di personalizzazione, sicurezza e salute. In Italia, l’IA è un mercato che vale oltre 674 milioni di euro, con una crescita stimata del +35% nel 2024 e una previsione che sfiora i 2 miliardi nel 2027. La chiave, quindi, è continuare a investire in maniera strategica per una integrazione di questa tecnologia, potenzialmente utilissima, per un turismo italiano sempre più sostenibile, intelligente e performante.
Si pone un tema di competenze e le PMI della filiera turistica necessitano di supporto alla digitalizzazione e formazione adeguata. Come si sta muovendo il MiTur?
Di recente, abbiamo pubblicato due bandi dal valore complessivo di quasi 13 milioni di euro: il primo per il finanziamento di progetti di formazione professionale altamente qualificante nell’ambito del settore turistico e il secondo per il finanziamento di progetti di alta formazione e di eccellenza. Vogliamo, così, accrescere le competenze e le specializzazioni degli operatori e dei professionisti del settore. Puntare sulla formazione è essenziale, e questo è un requisito fondamentale per attrarre ancora più visitatori, ma anche per fidelizzarli, per convincerli a tornare altre volte in Italia.
Teme che le nuove tecnologie possano avere ricadute negative sull’occupazione? E in quel caso come interverrebbe il suo dicastero?
Non se ci si approccia allo sviluppo tecnologico con l’idea che esso sia un supporto, un sostegno. uno strumento al servizio dell’uomo. Occorre evitare possibili derive sostitutive e pensare all’adozione dell’IA in termini di integrazione uomo-macchina. In ogni caso, il dicastero ha sempre dimostrato, in questi anni, di essere presente, al fianco degli operatori e delle famiglie. E continueremo a esserci.
L’innovazione passa anche dalle idee e dallo spirito imprenditoriale. Lei cosa suggerirebbe al settore? E su cosa bisognerebbe lavorare?
Torniamo al punto già toccato prima: la tecnologia non deve escludere la componente umana, e viceversa. I due fattori – umano e artificiale – devono combinarsi. Se ben integrata, la tecnologia non può far altro che amplificare la portata del genio tipicamente italiano, capace di una creatività unica al mondo. Poi è ovvio che, se uno strumento lo si adopera senza un’idea, senza lo spirito imprenditoriale, rimane fine a sé stesso. Tutto sta, appunto, nel saper combinare i due elementi in un sistema sinergico.
Un esempio spesso virtuoso per innovare l’offerta sono le giovani startup. Il MiTur supporta il comparto con l’acceleratore Argo. Ci può dire di più sul progetto?
Proprio a gennaio, abbiamo lanciato la terza call per startup di Argo, il nostro acceleratore per le giovani realtà del turismo, utile a dare slancio alle nuove imprese del settore turistico. Ma è un progetto che va anche a impattare in termini di collaborazione tra queste startup e i business più tradizionali del comparto, innescando meccanismi virtuosi a sostegno della competitività. Fin qui, Argo ha accelerato 17 startup, che hanno raccolto quasi 4 milioni di euro, attivando oltre 30 progetti di collaborazione industriale. E nel prossimo futuro, intraprenderemo sicuramente altre iniziative a sostegno dell’imprenditoria giovanile, che rappresentano già oggi il turismo del domani.