Può un museo trasformarsi in volano di benessere sociale e la località in cui ha sede giovarne in termini di miglioramento economico? L’Analisi di impatto presentata nel corso della conferenza su ‘I musei generatori di valori’ organizzata nelle sale del Museo Egizio di Torino, risponde a queste e altre domande.
L’affondo è ovviamente sull’Egizio, ma può essere agevolmente utilizzato come best practice da studiare e applicare ai luoghi di interesse culturale della natura più diversa. “Studi di questo tipo, che indagano con profondità i comportamenti dei visitatori dei musei non sono affatto diffusi in Italia così come non è scontato che chi li realizza decida di renderli pubblici”, fa notare Ludovico Solima, professore ordinario di management e imprenditorialità nelle imprese culturali all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, sottolineando come “attraverso la condivisione del documento il Museo Egizio abbia compiuto un atto di generosità ma anche di coraggio”.
I numeri contano?
Come rilevato in molti altri settori, anche per musei e territori non è oggi più tempo di ragionare su rilevazioni meramente numeriche. Esistono altri parametri, peraltro non facilmente misurabili. “Anche un lunapark può incrementare il numero degli arrivi in una località, ma qual è il valore sociale che apporta?”, domanda provocatoriamente Paola Dubini, professoressa in management and entrepreneurship all’Università Bocconi. Considerazione preziosa che, in piena epoca di overtourism, meriterebbe una riflessione approfondita.
Dubini invita poi a non concentrarsi unicamente sulle performance di bilancio – “perché ci sarà sempre qualcun altro che chiuderà con qualche euro in più” – ma a considerare invece con maggiore attenzione l’entità della ricaduta educativa delle esperienze offerte. Un elemento importantissimo che secondo Alberta Giovannini del Muse di Trento “è possibile rilevare solo domandando direttamente agli ospiti come e quanto si sentano appagati dopo la visita, sia che si tratti di una visita effettuata in presenza che in modalità digitale”.
Oltre il perimetro
Non è quindi un caso che, nonostante il numero di visitatori (oltre un milione) e l’impatto economico generato dal Museo nell’area della Città Metropolitana (412,6 milioni di euro) siano di tutta soddisfazione, la presidente Evelina Christillin reputi l’Analisi “un punto da cui partire per fare sempre meglio”. Il Museo, che il 20 novembre in occasione delle celebrazioni per il bicentenario riceverà il presidente Sergio Mattarella, conta oggi una percentuale di visitatori ascrivibile per il 61% alla categoria dei turisti, il 20% dei quali stranieri.
Lo scorso anno, fra turisti ed escursionisti in visita alle sale, la spesa con ricaduta diretta sul territorio avrebbe superato i 223 milioni di euro. “È però nostra intenzione – anticipa il direttore Christian Greco – arrivare a misurare le ricadute anche oltre il nostro perimetro, nei luoghi in cui organizziamo mostre temporanee - in Italia e all’estero -, senza dimenticare la missione di scavo a Saqqara, che crea lavoro per 40 operai e altrettante famiglie che in questo modo possono garantire ai ragazzi la dovuta istruzione”.