Il Tar: “Terme
solo se l’acqua
è termale”

Scossone nel settore del wellness. Una sentenza del Tar del Lazio ha disposto che solo i centri che utilizzano “acque termali aventi riconosciuta efficacia terapeutica per la tutela della salute” possono definirsi “terme”.

Il pronunciamento del tribunale amministrativo arriva in seguito al ricorso presentato da Terme e Grandi Alberghi di Sirmione Spa in contestazione dell’archiviazione, da parte dell’Agcm, di una segnalazione di ‘pratica commerciale scorretta’ presentata da Terme di Sirmione e Federterme contro QC Terme. Nel mirino della segnalazione vi era l’uso del termine ‘terme’ anche per i centri benessere che non sorgono in prossimità di sorgenti termali o che siano comunque privi di acqua termale.

Il Tar ha annullato quindi il provvedimento di archiviazione dell’Antitrust, che dovrà ora riaprire il caso, attenendosi ai principi della sentenza.

Le reazioni

“Un passo importante nella lotta contro le ‘finte terme’, per la tutela dei consumatori e del settore”, è la reazione di Terme di Sirmione.

In una nota il presidente, Giacomo Gnutti, commenta: “Terme di Sirmione è impegnata

per riportare all’attenzione degli stakeholder e della classe medica l’importanza del riconoscimento terapeutico delle acque termali, grazie alle quali vengono erogate cure scientificamente fondate e basate su una risorsa naturale ed in tal senso di grande attualità. In questo contesto, sia nella connotazione medicale che in quella del benessere, riteniamo siano fondamentali il rigore nella gestione delle acque termali, preservandone le caratteristiche, e la trasparenza nella comunicazione verso gli utilizzatori finali affinché possano scegliere le loro destinazioni in modo consapevole ed informati del fatto che un’acqua termale ed un’acqua riscaldata sono completamente diverse”.

Ti è piaciuta questa notizia?

Condividi questo articolo