Altospendente, di buona cultura e desideroso di conoscere il territorio. Questo è il profilo medio del turista sportivo, una tipologia di viaggiatore che riserva tante sorprese. “Cominciamo col dire che purtroppo è un segmento molto difficile da valutare, quindi non abbiamo un vero metro di misurazione”, ha dichiarato Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo. Il punto infatti è che in questa categoria rientrano tre tipi di viaggiatori. La prima è quella degli sportivi, siano essi agonisti o dilettanti, che viaggiano seguendo gli eventi e le competizioni, indifferenti alla destinazione. Poi ci sono gli appassionati, i tifosi, che uniscono la passione per lo sport a quella del viaggio. Infine la categoria più ibrida, ovvero i turisti tout court, ma che scelgono durante il loro soggiorno di fare anche attività sportiva.
“Questo ultimi sono quelli più difficilmente valutabili - ha aggiunto Antonio Bufalari, segretario generale di Assonautica -, ma spesso lo sport è quell’elemento che fa prediligere una destinazione rispetto a un’altra”.
Stime di massima parlano comunque di un settore che vale circa 12 miliardi di euro. Il rapporto Isnart dice che i turisti attivi nello sport sono oltre 63 milioni, in crescita media dell’11%. Il 40,1% dei quarantenni fa e cerca attività sportiva in vacanza, contro il 33% dei cinquantenni e il 17% dei baby boomers. Per l’incoming il 41% dei turisti sportivi sono tedeschi, mentre tra le regioni maggiormente scelte sul podio ci sono Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Un turista sportivo spende in media 271 euro al giorno di cui circa 195 euro per l’alloggio. L’Italia manca di strutture specializzate, come i bike hotel. “Serve specializzazione e fare rete, ma sarà una forma di turismo sempre più importante nel futuro” ha concluso Barreca.