“Quando parliamo di stabilimenti balneari e di Bolkestein dobbiamo capire che parliamo del 40% del turismo italiano, un asset strategico che dobbiamo rivalutare, non distruggere”. Queste le parole con cui il presidente Sib, Antonio Capacchione, sottolinea l’importanza di un settore che conta 6717 imprese balneari in Italia nel 2024.
Secondo i dati forniti da Infocamere per Fipe il 42% di queste è al Sud e sulle isole, anche se le prime tre regioni per numero di attività restano l’Emilia Romagna, con il 14,2% del totale, la Toscana con il 12,8% e la Liguria con il 10,9%. Uno stabilimento su 3 ha un’estensione di massimo 500 mq, mentre un altro 30% arriva a 3mila metri quadri e il 4% ha una superficie di oltre 10mila metri. A gestire gli stabilimenti italiani sono in genere uomini, per il 69% delle imprese, con un’età media tra i 40 e i 64 e un diploma di scuola superiore.
In totale il settore occupa circa 67mila addetti, di cui circa 48mila a tempo pieno. In media quindi, ogni stabilimento occupa 7 persone, concentrate soprattutto tra maggio e settembre. Nel 2023 le presenze turistiche nelle strutture delle località balneari italiane sono state oltre 175 milioni, con una leggera prevalenza di connazionali sugli stranieri, 89 milioni contro 85.
Il 68% delle imprese dichiara un fatturato annuo entro i 250mila euro, il 18,6% fino a 500mila, uno su dieci arriva a un milione di euro e il 3,4% va oltre. Negli ultimi 10 anni gli investimenti dei proprietari si sono concentrati soprattutto sui servizi, come attività sportive e di benessere, e meno sulle infrastrutture. Al totale del fatturato contribuiscono, però, ancora prevalentemente i servizi tradizionali da spiaggia, per il 41% del fatturato totale, seguiti dai bar, per il 24% e dai ristoranti per il 20%. I servizi di ristorazione contribuiscono però anche alla destagionalizzazione, allungando l’apertura dei lidi da 6 a 8 mesi. “Sono soddisfatto delle parole del Ministro Salvini e dell’annuncio del decreto indennizzi, ma qui va rivista o cancellata tutta la normativa europea, frutto ormai di un’epoca che è lontana anni luce dalla società di oggi” ha concluso Capacchione.