La confessione di Sir Richard Branson

Affranto e disilluso, con lo sguardo orfano di quel guizzo da “fanciullino” che lo ha fatto arrivare nello spazio, mentre ammette che le difficoltà affrontate negli ultimi mesi per salvare le sorti della sua azienda lo hanno portato a sfiorare le ombre della depressione. È un Sir Richard Branson dimesso, lontano anni luce dal personaggio istrionico e visionario che il mondo ha sempre conosciuto, quello che qualche giorno fa è apparso davanti alle telecamere della Bbc per parlare delle difficoltà finanziare della sua Virgin. Il Gruppo ha infatti pagato caramente il biennio del Covid,  arrivando a registrare perdite per oltre 1,5 miliardi di sterline. Un risultato che pesa come un macigno sull’immagine dell’impero Branson e sull’entusiasmo del baronetto.

Colpisce perciò l’amarezza con cui ai microfoni dell’emittente britannica, il magnate ha dichiarato con estrema sincerità che “c’è stato un momento in cui è sembrato che potessimo perdere tutto. Avevamo 50/60 aeromobili a terra, i centri fitness e gli hotel chiusi. E la cosa peggiore di tutte 60mila persone per strada”.

L’imprenditore ha aggiunto di aver trovato particolarmente “doloroso” il trattamento a lui riservato dalle testate britanniche, dopo la richiesta di aiuti avanzata al Governo britannico per sollevare i conti del Gruppo e della sua Virgin Orbit, fallita il mese scorso. Un fallimento quest’ultimo che sembra il punto di arrivo di una parabola che ha riportato letteralmente il visionario Branson dalla meraviglia delle stelle alla dura realtà della vita terrena.

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