“Manca una lettura pubblica del problema”. Così Domenico Pellegrino, ceo del Gruppo Bluvacanze, dice la sua sulla difficoltà di reperire giovani leve nella distribuzione.
Nelle agenzie di viaggi si fatica a trovare figure che possano garantire il turn-over, in particolare nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Un problema che, secondo Pellegrino, è riconducibile a più criticità che nel tempo hanno aumentato il distacco tra la professione e le ambizioni delle nuove generazioni di lavoratori. “Non riusciamo ad aprire nuove agenzie perché mancano persone interessate e questo fenomeno è legato a una serie di fattori - dice il manager -: questo è un settore che negli anni ha visto ridurre la marginalità e spesso aumentare i rischi; e a livello delle aziende, vi è a volte l’incapacità di offrire salari interessanti a persone a cui viene richiesta una disponibilità importante”.
Si tratta di un ambito che richiede un forte investimento umano a cui deve corrispondere un compenso adeguato. “È un mestiere che richiede passione, vocazione, ma ciò deve essere supportato a livello economico”, ribadisce Pellegrino.
Cosa manca
Da sole, però, le aziende possono risolvere solo marginalmente il problema. Quello che serve, secondo il ceo di Bluvacanze, è un intervento strutturale da parte delle istituzioni che guidano e normano l’industria turistica. “Il turismo è un asset strategico, ma mancano iniziative governative a supporto. Mesi fa, in qualità di presidente Aidit, ho avanzato l’ipotesi di un cuneo fiscale dedicato al settore, avrebbe un costo limitato e avvicinerebbe le persone”.
Un altro passaggio cruciale è poi quello della formazione. “Non vediamo una qualità sufficiente”, afferma Pellegrino, sottolineando una carenza di conoscenze da parte di chi completa gli istituti secondari a indirizzo turistico.
Da parte sua Bluvacanze cerca di colmare il gap “con la formazione permanente in azienda”, soprattutto delle nuove reclute.
Certo è che formare le risorse da zero per un’azienda rappesenta un costo, seppur necessario per rispondere in modo adeguato alle esigenze dei nuovi target che si affacciano in agenzia.
E se oggi, come certificano i dati, anche Millennial e Gen Z si stanno avvicinando alle adv per prenotare le vacanze è perché vogliono qualcosa di più. “I consumatori apprezzano sempre di più l’intermediazione professionale perché non si limita a costruire un pacchetto, ma dà un orientamento – conclude Pellegrino -. Oggi l’agente non si sostituisce al cliente, ma lo affianca, suggerisce esperienze e questo richiede competenze”.