Per vincere la sfida del turismo cinese, le città d’arte e le grandi griffe non bastano. La Cina si conferma come il mercato outbound più grande al mondo e la domanda per i viaggi verso l’Europa aumenta di anno in anno, ma questa solo in modesta misura si concentra sull’Italia.
Lo dicono i dati diffusi dal presidente di China Tourism Academy Dai Bin in occasione dell’inaugurazione dell’Anno del turismo Europa-Cina, svoltasi lo scorso fine settimana a Venezia. Nel 2016 12 milioni di cinesi hanno raggiunto il Vecchio Continente per una vacanza, ma di questi solo 1,4 milioni si sono fermati nel Belpaese.
Un'offerta limitata
La motivazione risiede in un’offerta ancora poco orientata alle esigenze dei viaggiatori del Paese del Dragone. Le strutture ricettive e le destinazioni devono dotarsi di alcuni ‘must have’. “Secondo il Chinese International Travel Monitor del 2017 – ha spiegato Bin – le caratteristiche che i turisti cinesi apprezzano maggiormente riguardo all’accoglienza al di fuori della Cina sono: sistemi di pagamento tramite i circuiti UnionPay, Alipay o WeChat, staff che parli in cinese mandarino, la possibilità di organizzare trasporti locali e sito web in cinese”.
L'occhio degli influencer
La possibilità di effettuare pagamenti digitali e di essere sempre connessi sono quindi fattori discriminanti al momento della scelta di viaggio, ma non solo. Gli operatori italiani devono prestare molta attenzione all’immagine che dell’Italia presentano influencer e media internazionali, capaci di condizionare non poco i viaggiatori cinesi. “Anche gli influencer cinesi, che hanno un larghissimo seguito sui social media cinesi – ha precisato il presidente di China Tourism Academy – contribuiscono nelle scelte di viaggio orientando gusti e tendenze lifestyle da conoscere all’estero”.