Le tensioni politiche tra Stati Uniti e Cina rischiano di impattare sul turismo. Il governo cinese ha avviato già da tempo la sua strategia di dissuasione nei confronti di chi intende intraprende un viaggio verso gli Usa, una chiara risposta alla guerra sui dazi imposta dal presidente, Donald Trump. A esprimersi sulla questione è Christopher L. Thompson, ceo di Brand Usa.
"La Cina rappresenta uno dei mercati chiave per il nostro Paese e l'industria turistica non può farne a meno. Nel 2017 la spesa dei cinesi negli Stati Uniti è stata di 35,30 miliardi di dollari, guadagnandosi il primo posto, dietro solo all'Europa, se considerata come unicum". I visitatori in arrivo dalla Cina nel 2018 sono stati quasi 3 milioni e il trend di crescita, nonostante le problematiche in corso, non sembra arrestarsi. "Abbiamo fatto delle ricerche di mercato e la volontà di questa popolazione di viaggiare negli States non è cambiata. Al di là di quanto suggerito dal loro governo, i cinesi vengono negli Usa e, fino a quando non vi saranno delle misure che realmente andranno a impattare sugli assetti commerciali, noi continueremo a vendere la destinazione sfruttandone tutta la sua natura aspirazionale". E se anche si sia registrato un rallentamento negli incrementi, si parla comunque di un segno più a doppia cifra. La situazione rimane comunque monitorata, ma senza troppa preoccupazione.
"Del resto - conclude Thompson - il turismo ha il potere di andare oltre la politica".