Siamo sempre stati i turisti più amati del mondo, ma sono bastati pochi giorni di coronavirus per metterci al bando. Di ora in ora, purtroppo, si allunga la lista di Paesi che hanno imposto limitazioni o addirittura hanno deciso di vietare l’ingresso ai nostri connazionali.
Al momento sono decine gli Stati inseriti nella sezione ‘Aggiornamenti’ del sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri, cui si aggiunge il warning del Foreign Office britannico. Quest’ultimo prevede che chiunque sia tornato in Gran Bretagna da un viaggio nel Nord Italia dopo il 19 febbraio dovrà rimanere a casa in quarantena. Il provvedimento vale sia per chi sia stato nelle zone rosse della Lombardia, sia per chi abbia viaggiato in tutte le aree a Nord di Pisa, Firenze e Rimini. Nel primo caso - ossia per tutti coloro che arrivano dalle zone dei focolai - è obbligatorio rimanere a casa anche se non si hanno sintomi, mentre per i viaggiatori che ritornano dalle regioni del Nord il consiglio è di restare a casa 14 giorni se si sviluppano segnali di un possibile contagio, per quanto lievi siano.
Cosa succede in Europa
In Europa, segnala il sito della Farnesina, le autorità tedesche invitano tutti coloro cha abbiano viaggiato nel Nord Italia a rimanere precauzionalmente a casa e a contattare telefonicamente le autorità sanitarie locali. Le autorità del Land di Berlino consigliano invece, al momento, a tutte le persone provenienti dalle province di Lodi e di Padova di prendere contatto con le Autorità sanitarie locali, anche se non sviluppano sintomi.
La Francia, invece, raccomanda ai cittadini francesi provenienti dalle regioni della Lombardia e del Veneto, nei 14 giorni dal rientro in Francia, di monitorare la temperatura due volte al giorno, indossare una maschera chirurgica in pubblico, ridurre le attività non essenziali (quali cinema, ristorante, feste) e la frequentazione di luoghi dove si può venire in contatto con categorie sensibili.
L’Ucraina ha annunciato il controllo della temperatura corporea per tutte le persone provenienti dall’Italia sia attraverso i confini terrestri, in particolare quello con l’Ungheria, sia negli aeroporti internazionali.
Controlli sanitari previsti anche dalla Croazia per le persone provenienti dalle quattro regioni considerate a rischio: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. Al confine terrestre con la Slovenia i viaggiatori giunti da queste aree saranno visitati e, in caso di presenza di sintomi quali febbre e tosse, posti in immediato stato di isolamento nei reparti di infettivologia degli ospedali croati.
Termoscanner installati anche all’aeroporto di Chisinau, in Moldavia, per esaminare i nostri connazionali in arrivo. Più restrittive le norme adottate dalla Romania, che prevede una quarantena obbligatoria di 14 giorni per tutti i viaggiatori, anche asintomatici, giunti dalle località lombarde e venete delle cosiddette ‘zone rosse’, identificate come i focolai del virus. Ai viaggiatori provenienti da altre località delle regioni Lombardia e Veneto sarà richiesto un isolamento volontario domiciliare per 14 giorni dall'arrivo in Romania.
Si affida, invece, al buon senso della sua popolazione la Polonia, che a chi è di ritorno dalle regioni del Nord Italia consiglia di adottare misure di automonitoraggio, contattando immediatamente un centro sanitario nel caso si dovessero riscontrare sintomi sospetti. Le autorità della Lettonia richiedono invece ai passeggeri in arrivo da Milano, Bergamo, Venezia e Verona la compilazione, in aeroporto, di un modulo rilasciato dal Centro di Prevenzione e di Controllo delle Malattie locale, in cui indicare la regione di provenienza, i luoghi in cui ci si è recati di recente nonché la prevista durata e il luogo di soggiorno in Lettonia.
Moduli distribuiti anche in Slovacchia all’aeroporto di Bratislava: una misura adottata dal Governo per consentire l’identificazione e la rintracciabilità anche dopo l’atterraggio nel Paese. In più, in questo Paese, il personale di bordo è tenuto a segnalare alle autorità aeroportuali i passeggeri che presentano sintomi sospetti, che potranno essere ricoverati negli ospedali.
Anche a chi arriva dall’Italia in Montenegro è richiesta la compilazione di un questionario in inglese con i propri dati anagrafici, comunicando la presenza di eventuali sintomi riconducibili al coronavirus, nonché la sottoscrizione di un modulo (solo in lingua locale) con informazioni sulla permanenza nel Paese. Ogni viaggiatore, nelle successive due settimane, dovrà segnalare due volte al giorno ad un apposito numero telefonico aggiornamenti circa il proprio stato di salute.
In Bulgaria, invece, la compagnia Air Bulgaria ha comunicato la cancellazione dei voli da e per Milano fino al 27 marzo e tutti i passeggeri in arrivo all’aeroporto di Sofia dall’Italia vengono sottoposti a misurazione della temperatura, così come avviene per quelli provenienti dalla Cina.
Temperatura misurata addirittura a bordo degli aerei per tutti i passeggeri provenienti dalle regioni a rischio che atterrano in Lituania. Dopo una valutazione dello stato generale di salute verranno raccolti i loro recapiti affinché gli operatori del Centro nazionale della salute possano contattarli per le due settimane successive e monitorare il loro stato di salute.
La reazione del Medio Oriente
In Medio Oriente la posizione più dura è quella adottata dalla Giordania, che ha vietato l’ingresso a tutti coloro che provengono dal nostro Paese, salvo i cittadini giordani. Ai turisti che abbiano viaggiato in Italia, Cina, Corea del Sud e Iran nei 14 giorni precedenti l'arrivo in Giordania sarà negato il visto d'ingresso.
Più simili alle procedure adottate dai Paesi europei sono quelle prese dall’Egitto. Le Autorità egiziane hanno infatti disposto controlli medici per tutti i passeggeri provenienti dall’Italia, che inoltre dovranno compilare un tesserino con i propri dati e i recapiti di residenza nel Paese. In Israele, invece, chiunque sia stato in Italia, a Taiwan o in Australia nei 14 giorni precedenti l’arrivo nel Paese e sviluppi sintomi compatibili con il covid-19 dovrà sottoporsi a controlli medico-sanitari secondo le linee guida le Ministero della Salute israeliano.
Anche gli Emirati Arabi Uniti annoverano il nostro tra i Paesi a rischio e prevedono misure di quarantena per chi riscontri i sintomi del coronavirus. Il Kuwait, invece, ha annunciato la sospensione di tutto il traffico aereo da e per il nostro Paese.
Drastiche misure sul long haul
Sul lungo raggio drastiche le misure adottate dalle Seychelles, che hanno vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti alle Seychelles di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni. Analogamente, i passeggeri che arrivano via mare da questi Paesi non potranno sbarcare. Inoltre tutti i residenti di ritorno che siano stati nel nostro Paese saranno messi in quarantena obbligatoria per 14 giorni all'arrivo.
Sempre nell’Oceano Indiano identica è la posizione di Mauritius, che però limita il divieto di ingresso ai viaggiatori provenienti da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Tutti i cittadini dell’isola che abbiano viaggiato (o anche solo siano stati in transito) negli ultimi 14 giorni nelle tre regioni potranno entrare a Mauritius, ma saranno sottoposti a quarantena.
In Sud America, infine, l’Argentina prevede la firma di un’autodichiarazione per ogni passeggero proveniente dalla Penisola. In Brasile all’aeroporto internazionale di San Paolo gli ispettori dell’Agenzia nazionale di vigilanza sanitaria del Ministero della salute brasiliano salgono a bordo, formulano domande ai passeggeri e all’equipaggio e leggono un messaggio informativo sulle misure preventive per evitare la trasmissione della malattia.
Per avere altre informazioni sui provvedimenti Paese per Paese basta consultare il sito della Farnesina, aggiornato costantemente.