Se il turismo in generale sta vivendo un momento estremamente difficile, Cuba in particolare soffre di una crisi che sembra non trovare soluzione. Dopo fasi alterne, fra speranze e delusioni, embargo sbloccato e poi ripristinato e addirittura inasprito sotto l’amministrazione Trump, l’Isla Grande non conosce pace.
E le speranze nella ripresa di un turismo attualmente quasi azzerato sono riposte tutte nell’elezione di Joe Biden alle presidenziali di novembre, un presidente a stelle e strisce che potrebbe ripristinare le aperture messe in atto dall’amministrazione Obama.
Intanto, Cuba è ripiombata in una crisi profonda, dettata da differenti motivazioni: oltre al Covid-19, in gioco ci sono le difficoltà del Paese amico Venezuela, fornitore di petrolio a basso costo, le riforme mancate, l’embargo sempre più duro. E il presidente Miguel Diaz-Canel parla di riforme strutturali che estendano il ruolo del settore privato.
Come sottolineato dal Sole 24Ore, non ci sono dati disponibili relativi al 2020; nel 20119 i turisti in visita a Cuba furono 4,2 milioni - italiani, canadesi e spagnoli i frequentatori più numerosi -, mentre quest’anno hanno toccato poche migliaia. Le speranze sono dunque riposte in Biden e nella riapertura dei confini internazionali.