Un ‘Codice internazionale per la protezione dei turisti’ che consenta di gestire le emergenze. È questo il risultato di un’ampia collaborazione fra gli stati membri dell’Unwto nel corso dell’ultimo anno. “Questo quadro giuridico ci consente di preparare la struttura di gestione delle crisi per rispondere a eventuali emergenze future. È semplice, agile, ispiratore e preciso. Serve come guida per il settore pubblico e privato”, ha spiegato nel corso della presentazione Alessandra Priante direttrice del Regional Department for Europe all’Unwto durante l’assemblea generale dell’Organizzazione mondiale del Turismo delle Nazioni Unite a Madrid.
La struttura
Il Codice si articola in cinque parti: definizioni e chiarimenti; assistenza ai turisti nelle situazioni di emergenza; tutela del turista nei contratti; risoluzione internazionale delle controversie in materia di viaggi e turismo tramite mezzi alternativi; meccanismo per l'adesione e l'applicazione delle raccomandazioni del Codice internazionale per la protezione del turista.
Le motivazioni
Il mandato era chiaro e figlio della difficile situazione creata dalla pandemia: sviluppare standard minimi in situazioni di emergenza e diritti del turista nello scenario post Covid-19 ed elaborare uno strumento di soft law non giuridicamente vincolante.
“Il processo di consultazione e adozione è stato molto inclusivo – ha aggiunto Priante -: volevamo dare voce alle parti interessate di tutto il settore turistico. Perché solo insieme potremmo rendere questo strumento veramente applicabile a livello globale e ripartire. Si tratta del progetto più innovativo dell’Unwto nel campo del diritto internazionale e l’adesione degli stati membri ne testimonia la necessità”.