La Gran Bretagna ha fatto da apripista e ora sta crescendo rapidamente il numero di Paesi europei che ha deciso di allentare le restrizioni anti-Covid.
Dopo l’Irlanda che - sulla scia di quanto fatto dalla Gran Bretagna già dal 22 gennaio - ha eliminato l’obbligo di Green pass per accedere ai locali e il limite di spettatori agli eventi, è ora la volta della Danimarca, della Norvegia e della Francia.
In Danimarca da ieri il Covid nel Paese non viene più considerato una malattia socialmente critica. È quanto ha deciso il Governo di Copenaghen, giustificando l'allentamento di tutte le misure anti contagio finora in vigore nel Paese. Così, come spiega Il Corriere, non sarà più obbligatorio indossare mascherine su mezzi pubblici e nei luoghi al chiuso, e si potrà entrare anche senza Green pass in discoteche, caffè, autobus e ristoranti. L’uso delle mascherine sarà raccomandato solo negli ospedali, nelle strutture sanitarie e nelle case di cura. Ridotto anche a soli quattro giorni il periodo di quarantena, non più obbligatoria ma raccomandata anche a coloro che risultino positivi al Covid-19, mentre i casi di contatto non hanno più bisogno di autoisolamento.
L'esempio della Danimarca è stato seguito dalla Norvegia, che ha annunciato di voler eliminare gran parte delle restrizioni anti-Covid.
Sono stati aboliti l’obbligo di telelavoro da casa e il limite di 10 persone per le visite nelle case private, mentre bar e ristoranti potranno di nuovo servire alcolici dopo le 23. Resteranno comunque alcune restrizioni, come l’obbligo di distanziamento di almeno un metro e di mascherine nei contesti di sovraffollamento.
Graduale ritorno alla normalità
Anche la Francia ha deciso di percorrere la via del graduale ritorno alla normalità. Da oggi, infatti, non c’è più l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Cessano anche i limiti alle capienze nei vari locali pubblici e, aggiunge Ansa, l’obbligo di lavoro a distanza per almeno tre giorni a settimana. Un ulteriore step verso le riaperture si avrà a partire dal 16 febbraio, quando riapriranno le discoteche, riprenderanno i concerti e sarà nuovamente possibile consumare cibo e bevande al cinema, allo stadio e sui mezzi di trasporto.
Resta tuttavia in vigore l’equivalente del nostro Green Pass rafforzato, il Pass Vaccinale che, per i maggiori di 16 anni, dal 24 gennaio è andato a sostituire il passe sanitaire (ottenibile anche con un tampone negativo) per accedere a ristoranti, teatri, stadi, aerei e treni ad alta velocità.
E mentre l’Austria diventa il primo Paese europeo a introdurre l'obbligo vaccinale contro il Covid per tutti i cittadini over 18, con mute fino a 3.600 euro per gli inadempienti, sul fronte opposto c’è la Svizzera, che sta riflettendo sull’allentamento di tutte le misure anti-Covid. Ad anticiparlo alla stampa elvetica il ministro della Sanità, Alain Berset, facendo riferimento allo stop al telelavoro e alle quarantene per chi entra in contatto con soggetti positivi. Potrebbero arrivare presto delle novità anche per quanto concerne l’utilizzo del certificato Covid nell’ambito delle attività sociali, tema di cui il Consiglio federale discuterà nei prossimi giorni.
Da pandemia a endemia
Il fil rouge che lega tutti questi ragionamenti è chiaro: grazie all’andamento del contagio, che sembra ormai aver superato il picco in gran parte dei Paesi del continente, è ora possibile cambiare approccio nei confronti del Covid, considerandolo non più una pandemia, ma un’endemia. Guardia sempre alta, dunque, ma anche un ritorno graduale alle normali attiviità. Un approccio che il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sembra abbracciare: “Ne stiamo uscendo - dice a Il Messaggero -, siamo in una fase di transizione tra pandemia e endemia, quando non si avrà più quel peso sociale e sanitario finora avvertito a causa del virus. È la transizione verso la normalità, che porterà alla progressiva rimozione delle restrizioni”.
Fare in fretta
Parole confortanti, le sue, ma che devono trovare un riscontro rapido, anzi rapidissimo per far recuperare terreno al sistema Paese in tutti i campi, anche in quello turistico. Perché, come dichiara la presidente di Fiavet Ivana Jelinic, “è ormai chiaro che le restrizioni sui viaggi non sono efficaci nel sopprimere la diffusione internazionale del virus, come l’Oms ha dichiarato in questi giorni. Ed è la stessa Oms che, nell’ultima riunione a Ginevra, ha osservato che le misure di limitazione sanitaria "possono causare danni economici e sociali”.
Stefania Galvan