Forse è finalmente arrivato il momento di lasciarsi alle spalle il lungo periodo del Covid. Il segnale che invita il turismo organizzato a mettere da parte ogni timore e a guardare con fiducia alle prossime stagioni arriva dal World Travel & Tourism Council (Wttc), che nel suo ultimo report certifica la definitiva ripresa dell’industria dei viaggi a livello globale, stimando per la fine del 2023 il raggiungimento del 95% dei numeri del 2019 e per il 2024, grazie alla riapertura della Cina, il pieno recupero.
In 34 dei 185 Paesi in esame i dati pre-Covid sono già stati ampiamente superati. “Il turismo globale continua a riprendersi a ritmo sostenuto, dimostrando resilienza e un forte desiderio di viaggiare – ha precisato il ceo del Wttc, Julia Simpson -. Entro la fine dell’anno, il settore sarà vicino al picco del 2019”. Ciò si tradurrà in un volume di affari complessivo vicino ai 9,5 trilioni di dollari, circa il 5% in meno rispetto all’anno pre-pandemico.
I numeri del 2022
I segnali della ripresa, nonostante le frizioni del conflitto in Ucraina e le limitazioni imposte dalle restrizioni varate per contenere le nuove varianti del virus, sono già comparsi nel 2022, anno in cui l’impatto economico del settore è cresciuto del 22%, raggiungendo un volume di affari di 7,7 trilioni di dollari e generando 21,6 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, con una spesa dei turisti internazionali in impennata, a +86%.
Il peggio è passato
Dal quadro tracciato dal Wttc, la fase più critica sembra essere passata. Restano ancora i nodi della carenza di personale e dell’inflazione, nonché le incognite su quanto il trasporto aereo, stretto nella morsa della carenza di mezzi, dipendenti e capacità, sia in grado di sostenere la crescente domanda di viaggi, ma le previsioni, almeno per il momento, possono far prendere una boccata d’aria all’industria dei viaggi, da troppo tempo in apnea.