Le tensioni internazionali, la situazione economica e un meteo non sempre favorevole non scoraggiano il turismo in Europa. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto della European Travel Commission, che evidenzia un incremento del 6,3% nel quarto trimestre per gli arrivi stranieri rispetto al 2023. I pernottamenti, invece, sono aumentati del 4,8% su base annua e del 5,9% rispetto al 2019.
Come riporta traveldailynews.com, tuttavia, i dati Etc mettono in luce come, nonostante i viaggi non si siano fermati, ci sia comunque una maggiore attenzione al rapporto qualità-prezzo rispetto al passato. Un trend legato probabilmente alla crescita dei costi dei viaggi, legata sia all’inflazione che alla crescita della domanda.
Questo si riflette soprattutto su una maggiore predilezione per i mesi di spalla (settembre-ottobre).
La spesa e le mete
Secondo le ultime stime nel 2024 i turisti hanno speso il 7,8% in più in Europa rispetto al 2023, pari a 705 miliardi di euro, con quasi tre quarti della spesa regionale totale guidata dall’Europa occidentale.
Per quanto riguarda le aree più attrattive, spicca l’Islanda (+14% rispetto al 2019), che è diventata la destinazione turistica invernale in più rapida crescita. L’Europa meridionale, invece, nel quarto trimestre ha visto una crescita meno accentuata, dopo l’exploit del periodo estivo.
Ancora in ritardo la ripresa dei viaggi a lungo raggio, che considerando tutto il 2024 si manterranno a -5% rispetto al 2019. Un trend dovuto alla lenta ripresa degli arrivi dall’Asia Pacifico e dalla Cina in particolare. La domanda, dunque, si concentra soprattutto sui viaggi interni all’Europa, anche se gli Stati Uniti continuano a essere un bacino con un notevole slancio.