Bloccare l’aeroporto. Protestare davanti agli hotel. Rendere, insomma, ‘impossibile’ la vita dei turisti e trasformare la loro esperienza nel contrario esatto dell’ospitalità. Per ora si resta al livello di minacce, ma le 10mila persone che a Palma di Maiorca lo scorso fine settimana sono scese in piazza per protestare contro l’assalto dei turisti sembrano decise più che mai a far valere le loro ragioni, come racconta travelmole.com.
Se le ‘contromisure’ annunciate possono sembrare eccessive (e non è insensato pensare che lo siano), non si può fare a meno di notare come la protesta sia avvenuta pochi giorni prima che in Italia avvenisse un fatto decisamente inusuale: un sindaco che, in un mondo dove tutti fanno a gara per conquistare turisti, ‘festeggia’ per il calo dei flussi. Uno scenario che può sembrare assurdo ma che risulta perfettamente comprensibile quando si precisa che il sindaco è Luigi Brugnaro, la città è Venezia e l’esultanza arriva in seguito all’adozione del ‘ticket’ adottato proprio per scoraggiare il turismo mordi e fuggi e rendere meno intasate le calli.
Lo scenario, rispetto a quello delle Baleari, è sicuramente meno battagliero. Ma testimonia come i rischi non siano percepiti solo dalla popolazione, bensì anche dalle istituzioni. Sempre nell’arcipelago spagnolo, del resto, si è voluto dare un taglio alla movida (che per mete come Ibiza è quasi il ‘core business’) vietando il consumo di alcolici nelle strade più popolari.
L’insofferenza della popolazione
Rispetto alla Laguna, le Baleari hanno un problema in più: trattandosi di isole, lo spazio disponibile è forzatamente limitato. I flussi turistici non possono trovare ‘sfogo’ nei dintorni e finiscono per occupare tutto il territorio disponibile. Comprensibile dunque come il problema sia percepito come maggiormente drammatico da una popolazione che, per diverse settimane o mesi, si trova a dover dividere le risorse (spazio compreso) con un numero di persone incredibilmente maggiore rispetto al resto dell’anno.
L’overtourism, l’eccesso di turismo, è un fenomeno preoccupante, di cui si sono rese conto ormai molte destinazioni. E quanto sta accadendo alle Baleari può essere un campanello d’allarme: intervenire prima che la situazione degeneri.
Anche perché, per assurdo, i troppi turisti non fanno bene nemmeno al turismo stesso. Basti pensare alle imprese delle località più richieste che non riescono a trovare personale anche a causa del costo degli alloggi: da un lato gli stagionali non si possono certo permettere affitti da ‘villeggiatura’ ad agosto, dall’altro chi dispone di un appartamento che gli consentirebbe di raggiungere agilmente le località ‘à la page’ guadagna di sicuro molto di più affittandolo che non occupandolo per lavorare come stagionale. Un corto circuito da cui è difficile uscire.
L’overtourism rischia di essere una polveriera pronta ad esplodere. E quanto sta accadendo sulle isole spagnole dovrebbe essere preso in considerazione da tutti.