“Il turismo sta mantenendo a galla l’Eurozona”. Un titolo decisamente eloquente quello del rapporto appena diffuso dal Gruppo finanziario Nomura, che sancisce una volta per tutte il ruolo cruciale che la filiera dei viaggi ha per l’economia del Vecchio Continente. Trattato troppo spesso immeritatamente come un settore di serie B, forse perché incapace per sua natura di produrre beni materiali, il turismo è in realtà, alla prova dei dati, tra i settori che maggiormente contribuiscono alla crescita del Pil dell’area euro.
Secondo il rapporto – che per il secondo trimestre ha rivisto al ribasso di 10 punti percentuali la crescita del Prodotto interno lordo in Europa allo 0,2% su base trimestrale – l’industria dei viaggi mostra attualmente più vigore del settore industriale, uscito ammaccato da contingenze geopoliche e recessione e perciò in forte flessione anche in Paesi chiave come la Francia e la Germania.
Il contributo alla crescita
Al contrario, il commercio netto ha contribuito allo 0,5% alla crescita del Pil dell’eurozona. La fetta più grossa del commercio netto è rappresentata dalle esportazioni di servizi, in particolare turistici. Una tendenza che, prevede il rapporto, proseguirà anche nel terzo trimestre.
Sorprendenti in particolare su questo fronte sono le performance della Grecia, in forte ripresa, e della Francia, quest’ultima favorita dai Giochi olimpici di Parigi.
La notizia potrebbe non sorprendere gli addetti ai lavori, che da anni ribadiscono quanto la filiera sia importante per l’economia. Ma è bene che si inizi a fare i conti con una realtà che per molti Paesi che compongono quello che è attualmente il Continente più visitato al mondo rappresenta da tempo il traino economico primario. Quello che emerge dal rapporto Nomura potrebbe essere un valido spunto di riflessione per il primo G7 Turismo, che si terrà a Firenze il prossimo mese di novembre, per dare finalmente il giusto credito a una filiera strategica.