L’associazione degli operatori turistici statunitensi ha informato i propri membri del possibile impatto dei dazi annunciati dal presidente Donald Trump.
Il presidente e ceo dell’Ustoa, Terry Dale, ha dichiarato di aver chiesto il parere di Elevate, l’agenzia per gli affari governativi dell’associazione. Elevate ha affermato che nel breve termine i dazi potrebbero influenzare l’opinione degli stranieri sui viaggi negli Stati Uniti e incidere sulla reputazione dei viaggiatori americani all’estero.
Nel lungo termine, Elevate ha affermato che i prezzi più alti dei prodotti avranno il potenziale di diminuire il potere d’acquisto dei consumatori, rendendo gli acquisti dei viaggi meno accessibili. Potrebbero anche aumentare i costi hotel, compagnie aeree e navi da crociera.
Esiste poi il rischio di un aumento dei prezzi delle bevande importate e di altri beni associati al tempo libero, che inciderebbe sui profitti delle sedi degli eventi, della vita notturna e dei ristoranti.
Una guerra commerciale tra Stati Uniti e Canada iniziata a febbraio ha già avuto ripercussioni sui viaggi. A fine marzo, Oag ha segnalato un calo di oltre il 70% nelle prenotazioni anticipate dei voli per l’estate tra Canada e Stati Uniti. Per ogni mese da maggio a settembre, le prenotazioni anticipate sono in calo tra il 71,4% e il 72,2%.
Un sondaggio di Travel Weekly ha evidenziato che il 52% dei consulenti di viaggio è molto preoccupato per l’impatto a lungo termine dei cambiamenti del governo federale sulle loro attività. Il 59% ha riferito di come i clienti siano preoccupati per un generale sentimento ‘antiamericano’ nel mondo.