Il termine 'dichiarazione precompilata' sta entrando sempre più nelle conoscenze comuni: da un paio d’anni ormai il modello 730 è 'precompilato' (con dati inseriti in automatico dall’Agenzia delle Entrate, e da accettare o modificare a cura del contribuente), seguito dal modello Unico Persone Fisiche e, a breve, anche dalla dichiarazione IVA: uno degli scopi del nuovo spesometro (l’obbligo di invio delle fatture emesse e ricevute) è proprio quello di poter giungere ad una dichiarazione IVA precompilata da parte del fisco, che il contribuente dovrà solo verificare ed approvare.
Lo dichiara anche il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in un recente intervento: "La dichiarazione precompilata per tutti i contribuenti è di fatto la sublimazione, la scomparsa dell’idea stessa di dichiarazione, trasformata nella somma di raccolta dei dati, calcolo dell’imposta, comunicazione al contribuente e prelievo alla fonte, come si propone di fare il fisco britannico […] il fisco diventa il consulente e non solo il controllore: evita errori e non aspetta che si verifichino per poi dar loro la caccia con i controlli formali; previene le omissioni e non le scopre dopo con i controlli di merito”.
Fino ad oggi è sempre stato il contribuente a compilare le proprie dichiarazioni fiscali, e l’Agenzia delle Entrate si prodigava in una impegnativa attività di verifica che, dovendosi inevitabilmente concentrare sui casi più importanti o su estrazioni casuali, portava all’impossibilità di esaminare dettagliatamente tutte le posizioni e quindi al rischio di non accorgersi di eventuali casi di evasione o elusione fiscale.
Nell’immediato futuro spetterà al contribuente 'controllare' che l’Agenzia delle Entrate non abbia sbagliato a compilare la dichiarazione dei redditi o la dichiarazione IVA.
Di fatto però, al di là della retorica delle parole di circostanza, la realtà non è così rosea per il contribuente: l’Agenzia delle Entrate ha posto dei precisi 'disincentivi' a questa attività di verifica e correzione del contribuente: qualora infatti si decidesse di accettare la dichiarazione precompilata non si sarà soggetti alla richiesta di esibizione dei documenti o ad attività di verifica, attività che invece saranno ancora possibili in caso di modifica delle dichiarazioni precompilate.
In caso poi di compilazione ed invio a mezzo di un professionista che appone il proprio visto di conformità, se si verificano contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate le relative sanzioni, interessi ed anche maggiori imposte accertate saranno interamente a carico dell’intermediario, disincentivando di fatto l’attività del professionista nei casi di necessità di modifica delle dichiarazioni precompilate, mentre è ovvio che il contribuente, non avendo le competenze tecniche per poter valutare la corretta compilazione di una dichiarazione precompilata, si troverà nella condizione di preferire una prona accettazione 'senza conseguenze negative' piuttosto che avventurarsi in modifiche che paventano successive azioni punitive da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Si evince quindi come il rapporto col fisco rimanga sempre e comunque unilaterale e nonostante le promesse di maggiore dialogo col contribuente, ad oggi, non si avvertono ancora sensibili miglioramenti su questo fronte.
Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.eu – www.iva74ter.it